giovedì, 28 Marzo 2024
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Vicenza, parla Rucco: “Sono il sindaco del fare e il 2022 servirà a confermarlo”

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Da San Biagio universitario al parco della Pace, il sindaco indica le grandi opere che arriveranno quest’anno

Il sindaco di Vicenza, Francesco Rucco

Dai venditori di almanacchi leopardiani al “Caro amico ti scrivo” di Lucio Dalla, dagli astrologi televisivi ai tarocchi, non si scappa: conoscere il futuro affascina. E se la curiosità si sposta su come sarà per Vicenza l’anno che sta arrivando, nessuno meglio del sindaco può leggerne il futuro. Senza sfera di cristallo e senza vestirsi da mago Merlino.

Cosa vede nel futuro prossimo della città, signor sindaco?

“Purtroppo ancora il covid – risponde Francesco Rucco, che è a palazzo Trissino da tre anni e mezzo – E mi preoccupa. Bisogna vaccinarsi, armarsi di pazienza e attivarsi. Quanto a noi, siamo pronti”.

Come?

“Per esempio abbiamo tagliato le rette degli asili del 20% fino a luglio, abolito l’imposta di soggiorno, concesso l’esenzione ai plateatici e tagliato il pagamento degli affitti ai locali comunali”.

E per la città, in specifico, cosa dobbiamo attenderci dal 2022?

“Molti interventi, a iniziare dalle asfaltature. Entro fine dicembre, inoltre, Vicenza sarà tutta illuminata a led, con luci di qualità. Certo, alcune reti sono da rifare. A San Biagio l’anno prossimo arriveranno i corsi dello Iuav, con 1 milione e mezzo di spesa. A gennaio inizieremo a studiare anche l’ipotesi di creare un campus nell’ex convento, recuperandolo dopo decenni di abbandono”.

Un’immagine del progetto per sistemare piazzale De Gasperi con gli alberi

Un traguardo impegnativo e prestigioso. Ma ci sono molte altre opere che attendono di essere concretizzate.

“L’anno prossimo partirà la progettazione della nuova Bertoliana, quella di piazzale De Gasperi, primo vero stralcio della riqualificazione di Campo Marzo. A proposito di progetti, arriverà quello per i ponti di Debba, anche questo un obiettivo atteso più o meno da cinquant’anni: e nel 2023 ne affideremo i lavori”.

A est è aperta la questione del prolungamento di via Aldo Moro: c’è da attendersi qualche novità?

“Ci sono tre ipotesi allo studio e dovremo stabilite qual è la più valida, cioè la meno impattante. Devo dire che vedo più vicina la soluzione per via Moro che non per il passaggio a livello di Anconetta: in questo caso le ipotesi sono tutte o problematiche o costosissime”.

Fra i grandi lavori aperti c’è anche il parco della Pace…

“Se non ci saranno intoppi, per il ’22 termineremo l’area parco e l’hangar, spazi per la protezione civile compresi”.

Il sindaco Francesco Rucco con buona lena al lavoro per piantare il primo albero del parco

Poi c’è la questione del nome: Pace o qualcosa d’altro, magari da decidere con un referendum come ipotizzato proprio da esponenti della maggioranza?

“Il nome non è un tema all’ordine del giorno”.

L’alta velocità sì, invece.

“Il ’22 sarà l’anno del progetto definitivo per la parte ovest e dell’inizio della progettazione della parte est. Ci sarà un cambio di marcia con il passaggio da Rfi a Iricav 2: i lavori tra Montecchio Maggiore e Altavilla inizieranno nel ’23 o ‘24”.

Diciamo la verità, saranno almeno cinque anni in cui la città verrà sventrata, diciamo più gentilmente che cambierà volto.

“Non mi nascondo le preoccupazioni, soprattutto per la viabilità, nella gestione dei cantieri. Con tutti i sindaci stiamo cercando le soluzioni meno impattanti”.

L’alta velocità è una delle scommesse da vincere per Vicenza, di cui si discute da trent’anni

Intanto il Comune ha perso, per ora, i 45 milioni del Pinqua governativo, cioè del Piano per la qualità dell’abitare: dall’ex Fiera al Giardino Salvi fino a Campedello, i lavori sono nel limbo. Che fine faranno?

“Stiamo monitorando parlamento e governo. Le persone che ci informano da Roma confermano l’idea che il governo vuole rifinanziare quegli stanziamenti per chi, come noi, è stato ammesso in quelle due classifiche”.

E saremmo a 30 milioni, quando arriveranno. Poi ci sono i 15 dell’ex Macello, ma Vicenza non è stata ammessa al finanziamento.

“Ma in quel caso ci sono i quattrini del Pnrr sui quali contare. Delle due, l’una: o quel progetto per il parcheggio lo realizza il Comune con quei fondi, oppure lo realizzerà il privato al quale venderemo l’area con un vincolo”.

Passiamo alla cultura: l’anno appena concluso ha visto l’acquisto di palazzo Thiene, dopo quasi 40 anni che il Comune non comprava un immobile. Resta aperto il problema della gestione.

“Dal 1° gennaio il palazzo sarà aperto quattro giorni alla settimana. I costi di gestione “in house” non sono quelli che ci avevano prospettato. Lavoreremo su una promozione mirata: dobbiamo aumentare la conoscenza di questo sito museale”.

È ottimista o pessimista sul traguardo di capitale della cultura 2024 per Vicenza?

“Sono ottimista perché il progetto è di qualità: tutto il sistema Vicenza ha collaborato. Preoccupato per le logiche territoriali che sembrano prevalere: un anno il titolo al Nord e un anno al Sud…”.

Il logo di Vicenza candidata a capitale della cultura 2024

Il che penalizza Vicenza, visto che nel 2023 la capitale sarà  Bergamo e Brescia.

“Che senso ha questa alternanza? Se il progetto è buono, vale questo e basta”.

È stata appena inaugurata la nuova mostra in Basilica, di indiscutibile importanza scientifica: che valore ha per la città?

“Crea movimento e un’attenzione importante. Certo, non è la mostra di massa, ma alza il livello della qualità su Vicenza”.

È contento di sé come sindaco?

“Sì, specie degli ultimi due anni. C’era un’amministrazione ingessata: alcuni settori sono migliorati, altri meno. Siamo riusciti ad assumere, anche se non come avremmo voluto”.

La sua maggioranza come sta di salute? Ci sono stati molti movimenti in questi tre anni

“La maggioranza s’è ridotta di tre elementi, e abbiamo capito perché. La giunta è davvero una squadra, sono soddisfatto. A settembre avevamo approvato 800 delibere di giunta e il Consiglio è arrivato a 65, quando erano 20 in passato”.

E l’opposizione?

“Rispetto a un inizio di mandato collaborativo, ho riscontrato un tentativo di ostruzionismo fine a se stesso”.

Sta pensando alle elezioni del 2023?

“La maggioranza deve mantenere la propria compattezza e unità”.

Lei si ricandiderà, come tutti dicono?

“Il candidato sindaco lo deciderà la coalizione, c’è ancora un anno e mezzo”.

Sì, ma le strategie si fanno adesso.

“Potrei ricandidarmi se porterò risultati importanti”.

Ci sta pensando, allora

“Sono più concentrato sul lavoro”

Che voto si dà come sindaco?

“Niente numeri. Mi sento soddisfatto di quello che ho fatto”.

Però lei è cambiato: nell’ultimo anno ha dato la sensazione di essere più convinto a svolgere il ruolo di sindaco.

“Il covid mi ha aiutato, perché mi ha fatto capire quanto fosse importante per la città questo incarico. Ho preso più coscienza del ruolo e ho tirato diritto in alcune situazioni. La fusione Agsm-Aim non l’avremmo realizzata. E non avremmo portato a Vicenza dieci milioni di utili”.

A cosa sono serviti?

“Ci permettono di non tagliare i servizi, di fare una manovra su alcuni tributi, di tagliare la Tari”.

Verso la fine del suo mandato, Hüllweck, metà scherzando e metà no, si definiva ‘il sindaco muratore’ per il numero di opere realizzate. E lei come vorrebbe essere ricordato?

“Come il sindaco del fare. Perché, come si dice in dialetto: con le ciacoe no se impasta fritoe”.

Antonio Di Lorenzo