lunedì, 20 Marzo 2023

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A Bagnoli fa tappa la “Banca Ore delle guide turistiche”

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Sabato 19 febbraio la visita guidata a Palazzetto Widmann nell’ambito del progetto del Gal

Bagnoli di Sopra
Bagnoli di Sopra

Tocca anche Bagnoli e le sue suggestive testimonianze storiche e artistiche l’iniziativa per lanciare il  turismo rurale “dai Colli all’Adige” attraverso il coinvolgimento dei Comuni del territorio nel progetto promosso dal Gal Patavino nell’ambito del programma di sviluppo locale 2014-2020 sostenuto da Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale. Il programma è articolato in una serie di servizi collegati tra loro a beneficio di tutto il territorio rurale. In questa rete virtuosa e in connessione spicca il ruolo di Bagnoli di Sopra, uno dei centri più importanti del Conselvano dal punto di vista delle testimonianze storiche, artistiche e culturali come alcune preziose ville venete, la chiesa parrocchiale e molti percorsi immersi nella natura. Proprio per far conoscere queste bellezze e per favorire il turismo di prossimità e il turismo lento che con vari mezzi, dalla bicicletta al cavallo, richiama sempre più appassionati, il Gal ha inserito Bagnoli e i suoi tesori nel programma della “Banca Ore delle guide turistiche” con alcune proposte volte alla scoperta del territorio che va dai Colli Euganei all’Adige, con il sistema di prenotazione on line creato appositamente per queste iniziative.

Sabato 19 febbraio dalle 15 Bagoli ospiterà la visita dal titolo “Il Palazzetto settecentesco di Antonio Widmann a Bagnoli di Sopra”. L’abate Antonio Widmann, il committente, preferì infatti avere una dimora tutta per sé, indipendente dall’abitazione principale della famiglia Widmann. All’interno sono conservati affreschi di Ercole Gaetano Bertuzzi e Ludovico Dorigny, al quale vengono attribuiti gli affreschi del salone nobile. Importante anche la scala elicoidale di ispirazione barocca. Con la vendita di Villa Widmann e i territori circostanti, anche il Palazzetto, come gli altri edifici, divenne proprietà di Pietro d’Arenberg, il quale nel 1859 ne affittò una parte al comune da destinare a scuola e sede municipale. Vent’anni fa l’edificio è stato ristrutturato e da un paio d’anni è tornato nella disponibilità del Comune per iniziative culturali, visite ed eventi. Dall’altra parte della piazza si può ammirare invece Villa Widmann Borletti. Le origini sono antiche, infatti la dimora sorge sul precedente monastero di Santo Spirito soppresso nel 1656. Il complesso monacale ebbe importanza strategica dal punto di vista della gestione delle terre per le colture di vini e granaglie. Messa all’asta da papa Alessandro VIII passò in mano a Lodovico Widmann, che nel 1659 affidò il progetto di ampliamento e ristrutturazione a Antonio Minorello. In particolare fece costruire il nucleo centrale, la chiesa e successivamente il giardino e il teatro.

Il complesso conserva ancor oggi la struttura di un monastero benedettino del XII secolo nelle sue architetture interne, nei corridoi, nei soffitti ed in numerose espressioni decorative. La facciata interna è rivolta verso un bel giardino settecentesco, di gusto francese, arricchito da profumate piante di limoni, siepi di carpini potati a creare quinte ed esedre naturali. Il complesso ha un corpo centrale, barchesse e logge. Nel 1797 la Villa fu saccheggiata dai francesi. Messa all’asta nel 1851 fu acquistata dai principi D’Aremberg fino alla Prima guerra Mondiale, dopodiché passò ai conti Borletti, attuali proprietari.

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