mercoledì, 24 Aprile 2024
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Traffico di rifiuti, scatta l’inchiesta a Este e Monselice

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Este, Monselice: Traffico di rifiuti, scatta l’inchiesta per l’attività di Sesa e Buzzi Unicem. L’indagine è condotta dal Noe di Udine e dalla Direzione Antimafia di Trieste

L’inchiesta sul traffico di rifiuti che arriva dal Friuli, in merito all’indagine portata avanti dal Noe di Udine, coordinato dalla Direzione distrettuale antimafia di Trieste investe alcune società di Este e Lozzo Atestino ed arriva a toccare anche la cementeria Buzzi di Monselice.

Tutte le aziende sono in qualche modo legati a Sesa, l’azienda di trattamento rifiuti della Bassa padovana che fa capo per il 51% al Comune di Este ed il resto ai privati. Tra i nomi degli indagati spicca il volto noto di Angelo Mandato, che oltre ad avere il 49% di Sesa è amministratore della Bioman e azionista di Finam Group, al fiacco di Leonardo Renesto, ex assessore ai lavori pubblici del Comune di Este e sino a poche settimane fa presidente di Sesa, prima del cambio vertici del sindaco Matteo Pajola. Anche Maurizio Simionato, amministratore delegato Sesa, Gianni Fardin, Francesco Franchin di Borgo Veneto amministratore Finam già assessore a Lozzo Atestino, Franco Greggio ex sindaco di Este ed al vertice di Agrilux di cui Sesa detienene una parte di quota e Antonius Henric Sweets Withelmus alla gestione di Bioman. Sesa e Agrilux sono accusate di aver fatto transitare i rifiuti dal Friuli al Veneto, quando invece dovevano essere smaltiti nella locale autorità di bacino e non nella Bassa padovana. Secondo le società indagate, che hanno affidato ai propri legali una dichiarazione, i rifiuti dati al Veneto non erano presenti per lo smaltimento ma per il trattamento, quindi a norma di legge.

“Avremo certamente modo di dimostrare l’adeguatezza dell’operato e di chiarire che quelle condotte che vengono contestate, probabilmente a causa di una non corretta comprensione della normativa tecnica di riferimento e delle invero complesse modalità di funzionamento dei cicli produttivi, sono e sono state corrette”.

Una situazione che indirettamente passa anche per Monselice dove è presente un cementificio di proprietà di Buzzi Unicem, che fa capo agli amministratori Pietro e Michele Buzzi che sono finiti assieme al direttore dello stabilimento della cittadina murata Paolo Maggi al centro dell’indagine dei carabinieri del Noe di Udine. Tre indagati, non per l’operato svolto a Monselice ma per le vicende legate ad una presunta violazione in materia ambientale per un’irregolarità nelle analisi del Css, il combustibile solido da rifiuti utilizzato nel processo di produzione dello stabilimento del cementificio di Fanna (Pordenone).

Il sindaco di Este Matteo Pajola, appena venuto a conoscenza ha chiesto a Sesa la convocazione di un consiglio d’amministrazione uscente per trattare la questione che risale alla precedente amministrazione, esprimendo fiducia nelle indagini della magistratura. Anche l’ex sindaco Roberta Gallana si augura che venga fatta chiarezza e piena luce sull’intera vicenda. A Monselice il Comitato Lasciateci respirare aggiunge “Ci auguriamo che l’indagine apra finalmente questo vaso di Pandora e costringa anche gli amministratori del nostro territorio a dare una svolta alla gestione del ciclo di rifiuti, interrompendo la collusione tra affari e politica, mettendo al primo posto l’aspetto ambientale e la salute dei nostri cittadini”.

Giada Zandonà