venerdì, 29 Marzo 2024
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Chioggia, al via alla campagna educativa “Una vita da social”

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In arrivo da oggi a Chioggia la IX^ edizione di “Una vita da social”, la campagna educativa promossa dalla Polizia di Stato

Oggi, martedì 15 marzo, arriva a Chioggia la IX^ edizione di “Una vita da social”, la campagna educativa itinerante della Polizia di Stato, patrocinata dal Comune di Chioggia, nell’ambito delle iniziative di sensibilizzazione e prevenzione dei rischi e pericoli della Rete per i minori, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione nell’ambito del progetto Generazioni Connesse.

L’iniziativa, che si snoda in 73 tappe su tutto il territorio nazionale, con conclusione a fine aprile a Roma, ha il suo focus sui temi dei social network e del cyberbullismo. Solo qualche dato, per inquadrare questa materia di stretta attualità: 1 ragazzo su 3 ha un profilo fake sui social; 5 ragazzi su 6 controllano sempre chi mette like ai loro post; 1 minore su 2 è vittima di violenze ed il dato è in netta crescita per i giovanissimi.

“Si tratta di un progetto al passo con i tempi delle nuove generazioni che, nel corso delle precedenti edizioni, ha raccolto un grande consenso: gli operatori della Polizia Postale e delle Comunicazioni – ricordano i promotori – hanno incontrato oltre 2 milioni e mezzo di studenti sia nelle piazze che nelle scuole, 220.000 genitori, 125.000 insegnanti per un totale di 18.500 Istituti scolastici e oltre 350 città sul territorio, una pagina facebook con 132.000 like e 12 milioni di utenti mensili sui temi della sicurezza online”.

“L’obiettivo dichiarato, assolutamente condiviso – spiega il sindaco di Chioggia Mauro Armelaoè quello di fare in modo che il dilagante fenomeno del cyberbullismo e di tutte le varie forme di prevaricazione connesse ad un uso distorto delle tecnologie, non faccia più vittime: è necessario prevenire episodi di violenza, vessazione, diffamazione, molestie online, attraverso un’opera di responsabilizzazione in merito all’uso della “parola”. Una prevenzione che passa proprio attraverso la formazione: allenare la consapevolezza dei ragazzi all’uso del web, accompagnati dal personale della Polizia di Stato, per conoscere meglio i pericoli di un mondo in cui sono immersi”.

Gli studenti attraverso il diario di bordo https://www.facebook.com/unavitadasocial/, potranno, inoltre, lanciare il loro messaggio positivo contro il cyberbullismo.

Al mattino sono coinvolte in varie iniziative le scuole del territorio e, fino alle ore 16, in Corso del Popolo, fronte Municipio, sarà presente un truck allestito con un’aula didattica multimediale, dove gli operatori della Polizia Postale potranno incontrare gli studenti, genitori e insegnanti sui temi della sicurezza online, con un linguaggio semplice, ma esplicito, adatto a tutte le fasce di età.

Sempre più sono i giovanissimi a rischio solitudine, spiegano i promotori della campagna, che per ore su Internet incontrano altri internauti altrettanto solitari che, a volte, sono già stati contagiati dai “pericoli del web”. Il fascino della rete e la sottile suggestione del messaggio virtuale, cosi come l’idea di sentirsi “anonimi”, nonché il senso di deresponsabilizzazione rispetto ai comportamenti tenuti online, stanno dilagando così da determinare serie preoccupazioni in coloro che ancora credono in valori fino a ieri condivisi. Per fare della Rete un luogo più sicuro occorre continuare a diffondere una cultura della sicurezza online in modo da offrire agli studenti occasioni di riflessione ed educazione per un uso consapevole degli strumenti digitali.

I social network sono ormai uno strumento di comunicazione del tutto integrato nella quotidianità dei teenager. Dalla ricerca di Skuola.net per “Una Vita da Social”, però, emergono anche altri fattori interessanti che spesso i Millennials e la Gen Z tengono ben segreti. Emerge, infatti, che 1 ragazzo su 3, sul proprio social di riferimento, possiede un account falso. Sono circa il 28% quelli che dichiarano di averne uno oltre a quello “ufficiale”, mentre il 5% presente ma solo con un fake. Perché questa identità anonima? Principalmente per conoscere gente nuova senza esporsi troppo online (26%), oppure per controllare i propri amici senza che loro lo sappiano (21%) nonché per controllare tutti quelli da cui sono stati bloccati (20%). Non manca chi ricorre ai fake per controllare il proprio partner (10%) o chi cerca di sfuggire dal controllo dei propri genitori (il 4%).

Non manca tuttavia uno zoccolo duro, neanche così piccolo, che vive per i like. Per 1 su 3, infatti, un contenuto che genera poche interazioni ha un effetto negativo sull’umore. Mentre il 40%, più o meno sporadicamente, è disposto a cancellare un contenuto dalle scarse performance. Su una cosa, invece, i giovani sono in assoluto accordo: il controllo di chi commenta, condivide o clicca mi piace sui propri contenuti. Solo 1 su 6 dichiara di non farlo mai. Questo perché attraverso la guerra dei like si costruiscono amicizie e rapporti personali: solo il 56% è disposto a dare un giudizio positivo ad un contenuto postato da una persona che in genere non ricambia (il cosiddetto like4like). Mentre sono ancora meno (48%) quelli che non ricorrono mai al like tattico, ovvero ad una approvazione di un contenuto altrui col solo scopo di farsi notare.

“Capire i ragazzi oggi – aggiunge il sindaco Mauro Armelaonon è sempre un compito agevole per noi adulti, soprattutto quando si tratta di comprenderne i bisogni, i modelli di riferimento, gli schemi cognitivi inerenti i diversi gruppi di riferimento che compongono il variegato universo giovanile. Giovani che sempre più spesso restano “contagiati” da modelli sociali trasgressivi completamente sconosciuti ai genitori. Il mio invito è anche proprio i genitori, perché vengano a visitare il truck in Corso del Popolo: comprendere di più le dinamiche del web, aumentare il dialogo e lo scambio di informazioni con i figli su quanto accade nel mondo virtuale è importante per cogliere le loro chiavi di lettura, interpretare il loro mondo ed evitare incidenti spiacevoli nella rete”.