venerdì, 29 Marzo 2024
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Pontelongo: “Via libera alle Case di comunità, una nuova rete assistenziale”

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L’Ulss 6 Euganea ne avrà 20 in tutto l’area, tra queste anche  una struttura a Pontelongo, anche questa ha avuto il parere positivo della Commissione Sanità

Medico

“Via libera al progetto di realizzazione delle case di comunità. Si tratta di un impegno profuso affinché i nostri territori si sentano ascoltati, soprattutto su temi sociali che toccano da vicino tutti noi. Con il parere positivo della Commissione Sanità alla delibera che individua le Case di comunità e l’aggiornamento delle schede di dotazione degli Ospedali di Comunità in attuazione al Pnrr, si dà avvio alla nuova rete assistenziale della sanità veneta che diverrà punto di riferimento territoriali del sistema socio sanitario”.

Queste le parole del consigliere regionale Fabrizio Boron, Intergruppo Lega – Liga Veneta che annuncia buone notizie  per la sanità del territorio dell’area del Piovese.

“L’Ulss 6 Euganea – prosegue il consigliere – avrà 20 case di comunità dislocate in tutto il suo territorio: Noventa Padovana, Piove di Sacco, Pontelongo, Saonara, Padova, Limena, Selvazzano Dentro, Rubano, Abano Terme, Maserà di Padova, Camposampiero, Carmignano di Brenta, San Martino di Lupari, Campo San Martino, Trebaseleghe, Vigonza, Este, Monselice, Conselve, Montagnana. Noto con piacere che nella lista dei progetti approvati vi è anche la casa di Comunità di Pontelongo, dove sono stato di recente in visita, assieme al sindaco Roberto Franco e al consigliere Comunale Donatello Magagnato. Questa visita ha avuto lo scopo di dare attenzione e creare sinergia tra le istituzioni, in quanto si fa sempre più crescente il bisogno di servizi verso le persone con malattie croniche debilitanti, considerando anche il fatto che il processo di invecchiamento sta mutando velocemente nella nostra società”.

“La realizzazione delle Case della Comunità – conclude il consigliere regionale Borion – consentirebbe, in particolare ai malati fragili e cronici, di accedere a strutture dotate di team multidisciplinari con medici di medicina generale, pediatri, medici specialisti, infermieri e assistenti sociali, per beneficiare di vari servizi sanitari, senza aggravare ulteriormente sugli ospedali e riducendo il numero di ricoveri inappropriati e sul sistema famiglia, creando un sistema di sinergie assistenziali affinché il paziente si possa sentire accolto in un ambiente protetto e familiare”.

Alessandro Abbadir