Caro bollette, Terme Euganee: costi dell’energia elettrica più che raddoppiati. Un albergo medio passerà da 165mila a 360mila euro di spesa corrente
Costi dell’energia elettrica raddoppiati per gli hotel termali e prende sempre più quota la ricorrenza al fotovoltaico per contenere i costi. Un hotel medio a fine anno passerà da 165 mila a 360 mila euro di spese di corrente. Una struttura di lusso dai quasi 200 mila euro annui ad oltre 400 mila euro.
“È un problema serio quello delle bollette della luce e del gas – osserva il presidente di Federalberghi Terme Abano Montegrotto, Emanuele Boaretto. – Per le nostre strutture che stavano faticando a ritirarsi su dopo due anni tragici, questa è l’ennesima significativa bastonata. Abbiamo l’esempio di alcune strutture di medie dimensioni che sono passate dai 16.000 euro circa in bolletta nel 2021 agli oltre 39.000 euro del 2022. Ho visto anche bollette di colleghi raggiungere gli 85/90 mila euro. Certamente il 2021 non è un anno che possa essere preso a paragone in termini di aperture alberghiere e di consumi, ma la cifra del costo della corrente secondo i suoi corrispettivi in kwh è comunque schizzata oltre il 150%. Ancora peggio il gas che ha raggiunto picchi maggiorativi del 350%”.
Su questo fronte gli albergatori riescono quantomeno a salvarsi grazie alla geotermia che consente loro di riscaldare le strutture con la nostra risorsa termale.
“La differenza di temperatura dell’acqua viene sfruttata, infatti, per riscaldare l’intera struttura alberghiera e per produrre l’acqua calda, un processo che avviene tramite grandi scambiatori di calore che scambiano le calorie dell’acqua termale con l’acqua degli impianti – dice ancora Boaretto. – Un uso sostenibile della risorsa energetica che ci consente di unire l’utile per il pianeta, ovvero un’inferiore emissione di anidride carbonica, nel dilettevole in termini di spesa per noi imprenditori”.
“Certamente, allo stesso scopo, già molti di noi si sono affidati anche al fotovoltaico, – prosegue – ma sicuramente i più fortunati sono coloro che sono stati lungimiranti nel dotarsene negli anni passati, dal momento che è tardi pensarci solo ora e le tempistiche dei lavori in questo periodo si sono particolarmente dilatate”.
Sono anche i costi delle materie prime e la difficoltà di reperimento a preoccupare.
“Ad aggiungersi alla lista delle preoccupazioni, oltre alle utenze fuori controllo, sono anche i generi alimentari il cui costo è schizzato alle stelle – prosegue. – Una banalissima bottiglia di olio di semi da 1,3 euro al litro fino al mese scorso, costa oggi 2,8 euro e non ci vengono consegnati più di 3 colli. Risulta evidente che se le cose non vengono ricondotte alla normalità non ci sarà da meravigliarsi se qualche albergo sarà costretto a chiudere”.
Federico Franchin