giovedì, 25 Aprile 2024
HomeVenezianoChioggiaChioggia: il santuario di S. Domenico chiuso per furti

Chioggia: il santuario di S. Domenico chiuso per furti

Tempo di lettura: 2 minuti circa

Chioggia, chiuso santuario S. Domenico per furti. L’appello del Sindaco: “Che volontari e associazioni si facciano avanti per la sorveglianza”

La chiesa chiude per rischio furti e danneggiamenti. La notizia ha indignato buona parte della popolazione clodiense e nello specifico riguarda la scelta di “chiudere i battenti” a uno degli edifici religiosi più “preziosi” della città di Chioggia: il santuario di San Domenico. A metà marzo i fedeli e i turisti si sono ritrovati a leggere, affisso al portone di ingresso, una cartello con su scritto: “Questa chiesa rimane chiusa quando non è presente un custode, a causa delle continue incursioni di persone che, oltre a rubare le offerte, danneggiano le strutture”.

Ci sarà sicuramente da chiarire i motivi che hanno portato ad una scelta tanto drastica nei contenuti quanto “mediaticamente di impatto”. Per certo però, nel breve periodo, in alcuni momenti della giornata non sarà possibile apprezzare il meraviglioso Cristo ligneo che domina l’altare e le tele del Crocifisso e Santi di Tintoretto (1518-1594).

“La chiesa di San Domenico è, di fatto, un vero e proprio museo, se si considera la ricchezza e la bellezza delle sue opere d’arte, dal famoso Cristo, che la tradizione vuole giunto in città spinto dalle acque del mare e che è oggetto di devozione da parte dei pescatori, al San Paolo dipinto dal Carpaccio, solo per citarne alcune. Il santuario è un luogo di devozione particolarmente caro ai cittadini, che devono sentirsi coinvolti e responsabili di questo straordinario patrimonio”.

“Per questo mi appello alle associazioni del territorio, ma non solo, anche a singoli, che vogliano dare la propria disponibilità come volontari, per garantire alcuni orari di presenza e ampliare, così, l’apertura al pubblico” è l’appello del sindaco Mauro Armelao, all’indomani degli incresciosi fatti che sono accaduti. “Purtroppo – ha concluso – un capitolo a parte si dovrebbe riservare al tema dei continui furti, ad opera delle stesse persone. Non si capisce quale sia la soglia affinché una pena sia comminata in carcere, non tanto per il gusto di veder recluso l’autore del reato, ma per evitare che certi individui possano continuare a delinquere. In Italia se ne sente parlare da anni: manca la certezza della pena”.