Il settore artigiano della calzatura della Riviera del Brenta, dopo la pandemia, è in ripresa. Resta il rischio per rincaro materie prime
Il settore artigiano della calzatura della Riviera del Brenta è in ripresa. Dopo il periodo legato al covid e agli ammortizzatori sociali legati alla pandemia i fatturati delle aziende sono in netta ripresa, c’è però il rischio che il rincaro delle materie prime freni fortemente la crescita. Manca poi manodopera specializzata. A fare il quadro della situazione sono per l’associazione Artigiani Piccola e Media Impresa “Città della Riviera del Brenta” il segretario Giorgio Chinellato e Adriano Agostini capo categoria del comparto calzatura.
“La situazione con il calo dell’emergenza pandemica – spiega Agostini – è in netta ripresa. Abbiamo aumenti di fatturati che vanno con l’inizio dell’anno dal 20 al 30 % in più. L’utilizzo dello strumento della cassa integrazione nelle aziende in questo momento è ridotto a pochi casi, Corre soprattutto l’export, una caratteristica da sempre delle produzioni della Riviera che si contraddistinguono per l’altissima qualità dei prodotti e la vocazione ai mercati stranieri”.
L’Associazione va ricordato, vede iscritte circa un centinaio di aziende artigiane del comparto della calzatura. Il distretto della calzatura della Riviera del Brenta invece complessivamente conta oltre 500 aziende a cavallo fra area veneziana a padovana, per un numero di addetti complessivi di quasi 10 mila.
”I mercati stranieri che tirano di più – sottolinea Agostini – sono quelli dell’America del nord del sud e anche europei ovviamente. Tanti ordinativi arrivano anche dall’Asia e Medio Oriente. A trainare gli ordinativi ci sono ovviamente le aziende con produzioni legate alle grande griffe, anche se quelle con marchio proprio pur se più lentamente vedono anche loro una ripresa del lavoro e una uscita dalla crisi. Tira meno il mercato interno italiano”. Restano però delle incognite. “Con la crisi in atto legata alla guerra in Ucraina e al rincaro delle materie prime – sottolinea Agostini – ad esempio il costo degli imballaggi e inscatolamento è praticamente raddoppiato e questo si riflette sul costo finale del
prodotto”. C’è infine il problema della carenza della manodopera specializzata. “Le produzioni della Riviera – spiega Agostini – non hanno bisogno di manodopera generica ma di personale formato e preparato per un prodotto di altissima qualità: non se ne trova più”.
“Dal punto di vista invece di modellisti e tecnici del comparto, le richieste sono pienamente soddisfatte dai ragazzi che escono formati dal Politecnico Calzaturiero”.