venerdì, 29 Marzo 2024
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Valvitalia, la vertenza: la produzione verrà trasferita in Lombardia

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Valvitalia, intesa raggiunta dopo una lunga trattativa: la produzione verrà trasferita in Lombardia

Dopo una lunga trattativa è stato raggiunto un accordo sulla vertenza Valvitalia. Lo stabilimento di Due Carrare, che conta 81 dipendenti, verrà chiuso e la produzione trasferita già nelle prossime settimane in Lombardia, a Rivanazzano. I contenuti dell’accordo siglato con i rappresentanti sindacali toccano tutte le alternative legate al futuro dei dipendenti dello stabilimento padovano del gruppo. Per chi ha deciso di trasferirsi ci sarà un sostegno economico, un’indennità una tantum è prevista anche per coloro che, occupandosi di aree specifiche, potranno lavorare in smart working e dovrà essere presente a Rivanazzano per un massimo di 6 giorni al mese; questa opzione è prevista da maggio fine a fine anno, con possibilità di proroga. Per quei dipendenti che raggiungeranno la pensione entro la fine del 2024 è prevista una misura per accorpare la Naspi con il termine dell’attività lavorativa. Per chi invece decide di non trasferirsi è stato concordato un indennizzo economico che per i redditi medio bassi arriva a coprire circa una annualità di reddito. Sarà attivato su richiesta volontaria delle lavoratrici e lavoratori un servizio di outplacement tramite società del territorio per favorire la riqualificazione e ricollocamento.

“I risultati ottenuti sono stati raggiunti – sottolineano Michele Iandiorio della Fiom e Luca Gazzabin della Fim – grazie alle mobilitazioni e allo sforzo di tutti quanti i lavoratori e le lavoratrici, con l’apporto dell’impegno costante del sindacato che, in questi mesi, è riuscito a intavolare e concludere questa contrattazione con l’azienda, arrivando ad un esito tutt’altro che scontato che tiene in considerazione le competenze e il valore di lavoratrici e lavoratori”.

“Dobbiamo rendere atto a questi lavoratori di essere riusciti, restando uniti e combattivi, a mettere in discussione, anche se solo parzialmente, il piano economico di una multinazionale che nella sua idea originaria vedeva l’epilogo della vicenda già ai primi di marzo per tutti gli 81 dipendenti”.

A questo proposito la Fiom si chiede quale sia il ruolo di Cassa Depositi e Prestiti, che ha una forte partecipazione in Valvitalia con soldi pubblici, “quando aziende come questa decidono di chiudere stabilimenti e depauperare il territorio e quale sia, alla fine, il potere d’intervento delle istituzioni che, in questo frangente, sono state assolutamente inermi.

“È necessario aprire una discussione seria sulla qualità degli interventi pubblici nelle aziende strategiche”.