martedì, 19 Marzo 2024
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Venezia, Adico boccia il ticket d’ingresso in città

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“Pendolari trattati come straccioni”. L’Adico boccia il ticket d’ingresso a Venezia per la gestione dei flussi turistici nella città storica

Venezia come Disneyland. Si prenota, si paga, si entra. E’ questa la ricetta anti assembramenti dell’amministrazione comunale che, pur avendo avuto molto tempo a disposizione per studiare soluzioni adeguate (a causa della pandemia), ha di fatto confermato il ticket d’ingresso, fino a 10 euro a persona, per il 2023 con relativa prenotazione. Adico – di fronte a una proposta “rivoluzionaria” presentata in pompa magna due giorni fa – si mette ancora una volta di traverso, bocciando l’idea di una Venezia privata, appannaggio solo dei turisti “di qualità”, ovvero quelli che alloggiano negli hotel, meglio se di lusso.

Siamo forse gli unici a dire che questa soluzione è assolutamente sbagliata – attacca Carlo Garofolini, presidente dell’associazione -. Si continua a vedere il turista come un “ospite” quasi sgradito da spremere come un limone appena entra in città a meno che non sosti per giorni in qualche albergo del centro storico. Se si tratta di pendolari, poi, non ne parliamo. Ormai da noi sono considerati come degli straccioni, meglio che vadano a visitare altre città perché non sono degni di venire a Venezia. Lo ricordiamo: il turista è una risorsa per la città, va incentivato non penalizzato”.

Per Garofolini l’idea di avvantaggiare con sconti nei musei o nei (carissimi) mezzi pubblici chi prenota prima di arrivare in città – come previsto a livello sperimentale a partire dall’estate -, “può essere anche un’idea condivisibile a meno che non diventi una specie di selezione alla porta. Magari potrebbe essere spiegata meglio, perché ci sono molte cose poco chiare ma tant’è. La tassa d’accesso che dovrebbe partire dal 2023, invece, è inaccettabile”.

Quando i turisti non c’erano a causa del Covid, l’amministrazione e le categorie economiche avevano le lacrime agli occhi per la disperazione – prosegue Garofoliniora tutti plaudono alla proposta “unica e straordinaria” del Comune per contenere i flussi. Noi, come già detto in occasione della farsa-tornelli, riteniamo che queste siano solo le idee di chi non ha idee, di chi, insomma, non riesce a gestire i flussi turistici se non con il numero chiuso e il pagamento all’ingresso. E i percorsi alternativi? E le politiche sulla residenzialità? E la promozione mirata, per esempio incentivando gli arrivi nei periodi meno affollati, come novembre? Purtroppo il nostro timore è sempre lo stesso. Con la scusa di gestire il turismo, si vuole fare cassa. Come se non bastassero i costi esorbitanti dei mezzi di trasporto su acqua, la tassa di soggiorno, i prezzi per “turista” di qualche esercente furbetto. Venezia ha una grande fortuna: è la città più bella del mondo. Peccato che le amministrazioni che la guidano, non solo quella attuale, non siano in grado di governarla. Pensiamo a una famiglia di quattro persone che abita per esempio in provincia di Treviso e decide di farsi una gita a Venezia. Solo fra tasse d’accesso e biglietti del vaporetto, andata e ritorno, può arrivare a spendere cento euro. Ma siamo folli? A questo punto, è meglio andare a Rimini e vedere Venezia in miniatura. Di sicuro si spende di meno”.