martedì, 6 Giugno 2023

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Election day: amministrative e referendum il 12 giugno

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Non solo elezioni comunali: ecco i 5 quesiti del Referendum Giustizia del 12 giugno

Doppio appuntamento per il prossimo 12 giugno. Non si vota solo per le amministrative nei quasi 1000 comuni; gli elettori saranno chiamati ad esprimersi anche sui referendum sulla giustizia, proposti da Lega e Radicali.
Cinque quesiti, con cinque diverse schede colorate, riguardo l’ordinamento giudiziario, il processo penale e il contrasto alla corruzione: si parla di abolizione della legge Severino, riduzione dell’ambito dei reati per i quali è consentita l’applicazione delle misure cautelari, separazione delle carriere tra giudici e pm, elezione dei membri togati del Consiglio superiore della magistratura, valutazione dei magistrati.

I testi dei quesiti sono disponibili sul sito del ministero dell’Interno. Manca un sesto quesito sulla responsabilità civile dei magistrati, che però è stato ritenuto inammissibile dalla Corte Costituzionale,  come i referendum sull’eutanasia attiva e sulla cannabis legale.

Sarà un referendum abrogativo e servirà il 50%+1 per raggiungere il quorum

Si tratta di un referendum abrogativo: viene chiesta “l’abrogazione, totale o parziale, di una legge o di un atto avente valore di legge”. Chi è a favore dell’abrogazione delle norme, deve votare ‘Sì’; mentre chi è contrario ‘No’. Affinché il referendum possa essere considerato valido bisogna raggiungere il quorum del 50%+1 degli aventi diritto (questo vale per ogni quesito). La decisione di fissare un’election day, con il voto in  contemporanea per le amministrative e per i referendum, potrebbe facilitare l’obiettivo.

Possono votare tutti i cittadini italiani con più di 18 anni di età. Si vota  domenica 12 giugno dalle 7 alle 23. Dopo la chiusura delle urne inizierà lo spoglio dei cinque referendum e, il giorno dopo, il conteggio per le elezioni comunali.

Referendum 12 giugno 2022, i 5 quesiti

Abolizione legge Severino (scheda rossa) Il primo quesito riguarda l’eliminazione delle norme che impediscono la partecipazione alle competizioni elettorali per il Parlamento europeo e italiano e alle elezioni regionali, provinciali e comunali di chi è stato condannato in via definitiva per mafia, terrorismo, corruzione e altri gravi reati. Con il sì, anche i condannati in via definitiva potrebbero candidarsi o proseguire il proprio mandato. Si eliminerebbe anche il meccanismo automatico della sospensione in caso di condanna non definitiva. Sarebbero i giudici a decidere, caso per caso, se applicare o meno come pena accessoria anche l’interdizione dai pubblici uffici.
Limitazione misure cautelari (scheda arancione) limita i casi in cui possono essere inflitte misure cautelari, come la carcerazione preventiva, abrogando l’ipotesi di pericolo di reiterazione dello stesso reato.
Separazione delle carriere tra giudici e pm (scheda gialla) punta ad abrogare le norme che permettono ai magistrati di passare dalla funzione requirente alla funzione giudicante e viceversa. Dall’accusa al giudice e viceversa. Con il Sì diventerebbero due carriere distinte ed incomunicabili.
Valutazione dei Magistrati (scheda grigia) introdurrebbe il voto nei consigli giudiziari, anche per le valutazioni di professionalità dei magistrati. In questo momento solo i consigli giudiziari sono chiamati a dare la valutazione ai magistrati, mentre i componenti laici no. Con il ‘Sì’ la situazione cambierebbe: in questo modo, secondo i promotori, il giudizio sull’operato dei magistrati sarebbe più oggettivo. Chi è a favore del ‘No’ fa notare però che un giudice potrebbe poi trovarsi a confrontarsi in un dibattimento con un avvocato chiamato poi a valutarlo, e questo potrebbe andare a detrimento di una garanzia di indipendenza.
Elezione dei membri togati dei CSM (scheda verde) prevede la cancellazione della norma che stabilisce che ogni candidatura per il Consiglio Superiore dei Magistrati debba essere sostenuta dalle firme di almeno 25 presentatori (con un massimo di 50).

Enrico Caccin

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