venerdì, 29 Marzo 2024
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Allarme di Confartigianato: il sistema produttivo di Vicenza non trova il 50% delle assunzioni

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Confartigianato: nel trimestre aprile-giugno a Vicenza su 19mila assunzioni ne arriveranno solo 9mila

Il sistema produttivo In linea con il trend regionale – dice una nota di Confartigianato – i dati dell’occupazione vicentina 2021 recuperano sul 2020 ma restano sotto i livelli del 2019. Dai dati elaborati dall’ufficio studi di Confartigianato Vicenza, infatti, nel 2021 gli occupati sono aumentati del 5,5% rispetto al 2020 (+16mila unità) ma non hanno recuperato i livelli pre-pandemia del 2019 (-1,8%) cumulando un calo di 6mila700 posti di lavoro.

Rispetto al 2019 sono in particolare difficoltà gli indipendenti che registrano un – 10,3%, mentre i dipendenti hanno recuperato i livelli pre crisi (+0,6%). A livello settoriale tiene il manifatturiero esteso (-0,4%) mentre sono in ritardo sia le costruzioni che i servizi.

L’analisi dei principali indicatori del mercato del lavoro, indica per il 2021 il tasso di occupazione (15-64 anni) a 66,6%, superiore al tasso regionale che è pari a 65,7%, che migliora crescendo di 2,9 punti percentuali rispetto al 2020 ma rimane inferiore di 1,5 punti rispetto al livello del 2019.

Interessante notare come la componente femminile in provincia abbia recuperato meglio (-0,6 punti del tasso di occupazione) di quella maschile (-2,4 punti percentuali).

Fin qui il quadro della situazione, ma l’ufficio studi vicentino, sulle stime Unioncamere – Anpal e confrontando le analoghe voci a livello regionale, aggiunge che per il trimestre aprile–giugno 2022 la provincia di Vicenza avrà difficoltà di reperimento per 1 lavoratore su 2 (50%), pari a 9.655 entrate delle 19.310 totali previste con picchi del 55% per quanto riguarda gli operai specializzati e i conduttori di impianti e macchine; sono particolarmente difficili da assumere i conduttori di mezzi di trasporto (74,6%), gli operai nelle attività metalmeccaniche ed elettromeccaniche (64,9%) e gli operai specializzati nell’edilizia e nella manutenzione degli edifici (55,4%). E con la situazione internazionale, i costi di materie prime ed energia, che non permettono alcuna prevedibilità, questi dati sono destinati a variare in maniera altrettanto imprevedibile.