martedì, 19 Marzo 2024
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La Guardia di Finanza di Treviso sequestra 32mila articoli

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Sequestrati dalla Guardia di Finanza di Treviso più di 32 mila articoli elettronici sprovvisti delle dichiarazioni di conformità.

Le fiamme gialle del Comando Provinciale di Treviso hanno sequestrato 32.721 articoli pericolosi per la salute dei consumatori, prevalentemente di natura elettrica ed elettronica, per un valore commerciale stimato di circa 2 milioni di euro. I prodotti sono stati rinvenuti a bordo di un autoarticolato telonato proveniente dal valico di Tarvisio fermato nei pressi del casello autostradale di Venezia Est da parte di una pattuglia del Gruppo Treviso quotidianamente impegnata nel monitoraggio dei trasporti delle merci che, provenienti dall’Est Europa, transitano dal Veneto. Su richiesta dei finanzieri, il conducente del mezzo ha esibito documenti di trasporto e commerciali da cui è emerso che la merce, fabbricata in Cina, è stata sdoganata in Ungheria, per poi giungere in Italia per via autostradale, con destinazione finale Napoli.

Vasta è la gamma dei prodotti sequestrati: articoli per la cucina (frullatori, friggitrici, bilance), l’auto (sensori di parcheggio, cavi batterie), la casa e il tempo libero (stereo, fari a led, telecamere, lampade, altoparlanti, mouse, tastiere, amplificatori, calendari digitali, batterie), la cura della persona (piastre per capelli).Gli articoli sono stati ritenuti pericolosi perché sprovvisti delle dichiarazioni di conformità e delle garanzie per la sicurezza dei consumatori, obbligatorie in base alle normative europee e nazionali. Sono così sfuggiti alle verifiche finalizzate ad assicurare che la merce importata nel territorio comunitario non sia pericolosa e soddisfi i requisiti minimi per la salute degli acquirenti, oltre che per la protezione dell’ambiente da materiali inquinanti. Dall’esame della merce, inoltre, è emersa che, su quasi tutti gli articoli in sequestro, era stata apposta la marcatura “CE”, con caratteristiche olografiche non conformi alla normativa di riferimento. Pertanto il conducente e l’importatore sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Treviso per i reati di tentata frode in commercio e distribuzione di prodotti pericolosi.

(continua sotto il video)

Il sequestro della Guardia di Finanza di Treviso si inserisce in una strategia più ampia

Il sequestro, eseguito dalle Fiamme Gialle trevigiane, è stato convalidato dalla locale Autorità Giudiziaria che, successivamente alla perizia dei prodotti, ne ha disposto la distruzione, avvenuta anche grazie alla collaborazione del Comune di Treviso, del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, del Centro di Coordinamento Raee e del termovalorizzatore di Padova. Il fermo si inserisce in una più ampia strategia di intervento che il Comando Regionale Veneto della Guardia di Finanza sta da tempo attuando per intercettare e contrastare, anche grazie a sofisticate attività di analisi di contesto e di rischio, una serie di fenomeni illeciti, collegati tra loro, posti in essere ai danni dell’economia nazionale e degli operatori rispettosi delle regole del mercato. Nei porti di Capodistria (Slovenia) e del Pireo (Grecia) giungono quantità immense di prodotti, realizzati in Cina, contraffatti o privi delle dichiarazioni UE di conformità.

I carichi, destinati al mercato italiano, vengono sdoganati sistematicamente (seguendo un percorso apparentemente contrario a ogni criterio di economicità, che ha il solo fine di evitare i controlli doganali da parte delle Autorità italiane) in alcuni Paesi dell’Est Europa, dove hanno sede gli “importatori comunitari”, che di fatto sono mere società di comodo. Successivamente le merci, prive del marchio CE o marchiate con il logo comunitario contraffatto (spesso sfruttando l’equivoco derivante dalla somiglianza con la sigla analoga che simboleggia il “China Export”), sono introdotte illegalmente in Italia da parte di aziende di trasporto estere attraverso i valichi di confine con la Slovenia delle province di Trieste, Udine e Gorizia, a bordo di container o ricorrendo a camion frigo o anonimi telonati, per tentare di evitare i controlli lungo il percorso.

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