giovedì, 28 Marzo 2024
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Vicenza, la nuova sala per i giornali della Bertoliana è piccola e disagevole: un passo indietro

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Sulla nuova realizzazione della Bertoliana a Vicenza il consigliere Rolando presenta un’interrogazione

La nuova sala di lettura dei giornali in Bertoliana

Il consigliere del Pd a palazzo Trissino protesta per il trasfierimento dell’emeroteca (la sala di consultazione di giornali e riviste) che da palazzo Costantini dove s’è sempre trovata è stata spostata al primo piano di palazzo San Giacomo, la sede storica delal Bertoliana. E’ una scelta penalizzante per molti motivi: disagio per arrivarci e una sala piccola come nuova sede dell’emeroteca.

“Tale nuova collocazione dell’emeroteca – spiega Rolando in un’interrogazione al sindaco – risulta essere situata al primo piano di palazzo San Giacomo: privo di ascensore, vi si accede attraverso una doppia rampa di scale, mentre prima era a piano terra.

Gianni Rolando, consigliere comunale di opposizione

L’emeroteca della Bertoliana è dunque ospitata in una saletta angusta, di 20 metri quadrati di superficie, corrispondente a meno della metà della originaria sala di 50 metri quadrati, con soli 3 tavoli affiancati uno all’altro e con tutti gli scafali addossati alle pareti”. “Per accedere alla nuova sede dell’emeroteca di palazzo San Giacomo ci si deve sottoporre al deposito di eventuale cartella, zainetto, preso la sala degli armadietti metallici cui si accede scendendo i gradini di un’altra scala, previa l’esibizione di documenti di identità per il rilascio della chiave dell’armadietto numerato entro cui depositare gli effetti personali”.

Rolando chiede “se tale trasferimento della sede dell’emeroteca e la nuova collocazione risultano essere stati decisi e concordati con sindaco o giunta, in quale data e attraverso quale atto di deliberazione o determina dirigenziale, e firmata da chi; quali siano le concrete ragioni di un tale trasferimento di sede e per quali obiettivi strategici in favore dei cittadini; se la nuova collocazione della emeroteca in luogo oggettivamente disagevole e in un locale di ridotte dimensioni, qualora definitiva, non sia da considerarsi un grave passo indietro rispetto al buon funzionamento di un servizio pubblico di natura culturale alla collettività”.