martedì, 19 Marzo 2024
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Treviso, i giovani fra i 18 e 35 anni preferiscono andarsene

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La classifica annuale stilata dal Sole 24 Ore mette in luce un elevato tasso migratorio dei giovani di Treviso tra i 18 e i 35 anni.

Posizione numero 77. È quella occupata da Treviso nella classifica generale sulla qualità della vita dei ragazzi dai 18 ai 35 anni, stilata dal Sole 24 Ore attraverso dodici indicatori che misurano alcuni degli aspetti che influenzano la loro vita. Il saldo migratorio, l’imprenditoria giovanile, le aree sportive a loro disposizione, il numero di amministratori comunali under 40, il canone di affitto, il quoziente di nuzialità, il gap degli affitti fra il centro città e la periferia, l’età media in cui si mette al mondo il primo figlio, il numero di laureati, il tasso di disoccupazione, il numero di imprese che fanno e-commerce e la presenza di bar e discoteche.

Ad aggiudicarsi il podio è stata Piacenza, seguita da Ferrara e Ravenna. Mentre il capoluogo della Marca (e la Marca stessa) è al di sotto della media nazionale. Se la disoccupazione giovanile non è una preoccupazione (11esima posizione), a spiccare in negativo sono nell’ordine il numero di imprese con un titolare al di sotto dei 35 anni (Treviso è al 98esimo posto di una classifica di 107 città), il canone di locazione (83), la poca presenza di luoghi per l’incontro e il divertimento (84) e il saldo migratorio (79), ovvero la differenza tra il numero degli iscritti e il numero dei cancellati dai registri anagrafici per trasferimento di residenza. Riassumendo: per i giovani non c’è posto e quindi migrano. Un report statistico che ha acceso il dibattito.

Il presidente del Forum delle associazioni familiari del Veneto Bordignon sull’alto tasso migratorio dei giovani: “è in pericolo la tenuta del sistema sociale e produttivo di Treviso”

Sulla questione è intervenuto per primo il presidente del Forum delle associazioni familiari del Veneto Adriano Bordignon. “È necessario cambiare immediatamente rotta. Da più parti – afferma – giungono segnali ripetuti e allarmanti per un contesto territoriale tra i più produttivi a livello europeo che non può permettersi di perdere il proprio futuro”. Per Bordignon il drammatico calo della qualità della vita dei giovani trevigiani – e di tutto il Veneto, basti pensare che Padova è al 56esimo posto della classifica – “è l’ennesimo segnale di una fragilità latente che mostra quanto sia in pericolo la tenuta del sistema sociale e produttivo”.

A suo avviso è necessario impegnarsi “in un progetto ecosistemico per rendere il territorio capace di essere attrattivo per le nuove generazioni, migliorando la qualità della vita, offrendo stabilità e prospettive, partendo dal ventaglio delle opportunità da offrire ai giovani”. E chiede l’istituzione di un tavolo di confronto fra istituzioni, amministrazioni locali, enti del Terzo settore per trovare soluzioni condivise e tempestive.

Ascom-Confcommercio: “Senza i giovani il futuro di Treviso è a rischio”.

Un appello a cui hanno risposto immediatamente le prime associazioni di categoria. Secondo Federico Capraro, presidente di Ascom-Confcommercio, “nella somma delle tante componenti la fuga dei giovani è quella che preoccupa maggiormente, perché i giovani sono il futuro delle imprese e del territorio, sono l’argine al declino di una società matura che non ha pensato per tempo al proprio futuro”.

Capraro si dice convinto che “la città, di fronte alla grandiosa chance della rigenerazione urbana, debba mettere in campo anche una consequenziale ‘rigenerazione umana’, fatta di progetti sociali, di spazi di aggregazione, di quartieri riqualificati, di locali attrattivi, di periferie bonificate, di spazi comuni, di camere per studenti e ovviamente anche di affitti abbordabili e di immobili acquistabili dalla giovani coppie, premesse fondamentali per dare risposte vere e non teoriche a quei giovani che, in molti casi, rinunciano a cercare soluzioni e pensano di fuggire in altre regioni come l’Emilia o all’estero. I giovani – continua il presidente di Ascom-Confcom- mercio Treviso – si conquistano con adeguate offerte di lavoro, si trattengono con ottimi corsi universitari, ma anche e soprattutto con un contesto civile e sociale che possa dare loto dignità e futuro. Treviso deve puntare a diventare una città da vivere e non solo da visitare”.

Dania Sartorato di Confcommercio: “servono nuove visioni e politiche attive diverse”

Per Dania Sartorato, presidente dell’unione provinciale Confcommercio, “il modello della piccola media impresa che lavora e produce non regge più, serve una riprogettazione del lavoro e delle nuove vocazioni di questo territorio” e si dice pronta a mettere in campo le risorse disponibili per fare fronte comune. I vari indicatori della classifica del Sole 24 Ore “chiamano tutte le parti in causa a un’attenta riflessione” e “ci fanno capire che servono nuove visioni e politiche attive diverse, improntate a percorsi di formazione e welfare che, soprattutto nelle realtà medio-piccole, fanno ancora troppa fatica a decollare. Serve un tempo nuovo per riprogettare e ben venga la cabina di regia”. (s.s.)

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