Per i quarant’anni della Lilt di Vicenza, il presidente Benedetti vuole intitolarla a Nicola Amenduni


La Lilt di Vicenza, ossia la Lega per la Lotta ai tumori, si sente trascurata dall’Ulss e protesta, con educazione ma con decisione, per voce del suo presidente.
A margine della firma dell’accordo di collaborazione con la “Quvi” di Sante Bressan (la Fondazione per la qualità della vita) Cesare Benedetti, energico imprenditore del settore farmaceutico, spiega che la sua associazione avrebbe bisogno di sostegno da parte dell’azienda sanitaria ma invece di trovare aiuto incontra ostacoli. Prima ancora di chiedere soldi, Benedetti infatti cerca collaborazione. Spiega: “I medici hanno ore libere da dedicare alla Lilt e sarebbero anche disposti a darsi da fare, ma l’Ulss non li autorizza. Perché?”.
Il messaggio è diretto a Giusy Bonavina, direttrice generale dell’Ulss 8, visto che la sede della Lilt si trova a Vicenza, ma anche a Carlo Bramezza, dg dell’Ulss 7. La Lilt, infatti, ha sedi in mezza provincia e un bilancio (in rosso) che si aggira attorno ai 200 mila euro. Sono settemila le prestazioni erogate in un anno, tremila delle quali sono svolte in convenzione con l’Ulss. Si tratta soprattutto delle mammografie. La Lilt vive sul volontariato – ribadisce Benedetti – ma attrezzature e sedi bisogna pur pagarle.
Quest’anno la Lilt compie quarant’anni e per celebrare l’avvenimento vuole intitolare la sua sede a Nicola Amenduni, l’imprenditore che fondò la sede di Vicenza appunto 40 anni fa. L’annuncio di Benedetti, di fronte alla figlia Antonella Amenduni, è stato salutato da un applauso sei presenti alla conferenza stampa.
La protesta della Lilt contro l’Ulss è stata ascoltata da orecchie istituzionali importanti, come quelle del sindaco di Vicenza, Rucco, che ha risposto assicurando che cercherà di darsi da fare per migliorare la situazione.