giovedì, 28 Marzo 2024
HomeVenezianoChioggiaChioggia, l’amianto non ferma l’intervento per la bonifica dell’ex discarica

Chioggia, l’amianto non ferma l’intervento per la bonifica dell’ex discarica

Tempo di lettura: 2 minuti circa

L’intervento per la bonifica dell’ex discarica Val Da Rio a Chioggia non viene fermato dall’amianto. Termine dei lavori entro il 2024.

Ex discarica Val Da Rio bonificata entro il 2024. E’ questo l’obiettivo posto dall’Amministrazione Comunale e dal Commissario Unico per la Bonifica delle Discariche Nazionale Giuseppe Vadalà. Di tempistiche, costi e dettagli operativi si è parlato nell’incontro voluto dal Sindaco Mauro Armelao e tenutosi presso la Sala Consiliare del Comune di Chioggia il 28 Giugno. Il progetto di bonifica, definito ambizioso ed innovativo, ridisegna la scelta delle tecniche di trattamento dei rifiuti ipotizzate originariamente, a causa del rinvenimento di non trascurabili quantitativi di amianto.

Lo ricorda nel proprio intervento il Maggior Aldo Papotto, Capo Divisione spesa economica e gestione finanziaria del Commissario: “In fase di inizio lavori, con cantiere già consegnato, ci si è resi conto della presenza di amianto sparso. Si è resa necessaria una caratterizzazione addizionale, proprio a causa della presenza diffusa in tutto il corpo rifiuti”.

Al posto dell’ex discarica un’ulteriore banchina di attracco a servizio del porto di Chioggia

Di fronte alla scelta tra la messa in sicurezza permanente dell’area e la prosecuzione delle attività di bonifica, si è optato per la seconda, anche in ragione della valenza strategica dell’opera ultimata. L’idea infatti, a lavori finiti, è quella di creare un’ulteriore banchina di attracco a servizio del porto di Chioggia, con potenziali benefici, quindi, anche dal punto di vista commerciale e per le imprese interessate nella futura realizzazione.

Nell’ex discarica Val Da Rio a Chioggia 10-15 metri cubi di amianto

I 300 carotaggi aggiuntivi che si sono resi necessari hanno determinato una stima totale di 10-15 metri cubi di amianto, presente in maniera sostanzialmente omogenea in tutto il corpo discarica: com’è noto, tra gli anni ’70 e ‘80 questa tipologia di materiale era largamente utilizzata in edilizia, per lo più sotto forma di cemento-amianto (eternit) presente ancora oggi nelle coperture di edifici vetusti; simili “incidenti di percorso” non sono poco frequenti per gli addetti ai lavori. Sta di fatto che la scelta fatta, di concerto con la Regione Veneto che partecipa al finanziamento dei lavori, è quella di proseguire con le attività. Si tratterà di una tecnica di bonifica presentata come “unicum a livello nazionale”, progettata con la partecipazione di Arpav e Spisal e che verrà dapprima testata su scala pilota (12.000 metri cubi).

In sostanza, il materiale contaminato da amianto verrà trattato con acqua nebulizzata in ambiente depressurizzato e confinato, per evitare la dispersione delle microscopiche fibre inalabili (principale caratteristica che rende pericoloso l’amianto). Nei rispettivi interventi, da segnalare lo scambio di ringraziamenti reciproci tra l’assessore regionale Roberto Marcato e il primo cittadino Mauro Armelao, che sottolineano come la politica del fare debba essere rapida, condivisa e garante di sicurezza e tutela ambientale. Il valore complessivo dell’intervento è stimato in 35 milioni di euro.

Luca Rapacciuolo