venerdì, 19 Aprile 2024
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Dall’accordo tra Confindustria Venezia e Intesa Sanpaolo 16 miliardi di euro per le imprese venete

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Il frutto dell’accordo siglato nei giorni scorsi tra Confindustria Venezia – Area Metropolitana di Venezia e territorio di Rovigo e Intesa Sanpaolo

In arrivo 16 miliardi di euro per le imprese venete nell’ambito dei 150 miliardi di euro del plafond nazionale, per promuovere l’evoluzione del sistema produttivo in ambito di digitalizzazione e innovazione, rafforzamento della struttura finanziaria e patrimoniale, potenziamento delle filiere e sostenibilità. E’ il frutto dell’accordo siglato nei giorni scorsi tra Confindustria Venezia – Area Metropolitana di Venezia e territorio di Rovigo e Intesa Sanpaolo, declinazione locale dell’intesa nazionale per la crescita delle imprese.

 “L’accordo favorisce il sostegno alla liquidità e agli investimenti delle imprese che puntano alla sostenibilità e guardano al futuro – è il commento del presidente di Confindustria Venezia Vincenzo Marinese. I recenti fatti di cronaca hanno messo in evidenza, ancora una volta, che la salvaguardia del Pianeta deve essere una priorità per tutti. Ogni componente della società civile è chiamato alla responsabilità. In questo scenario, all’industria spetta il compito di guidare il cambiamento, poiché la transizione energetica richiede un percorso lungo e oneroso. Il protocollo d’intesa premia le aziende che si impegnano in tal senso e nell’ambito della digitalizzazione: queste imprese saranno valutate meritevoli della fiducia necessaria per la concessione di un finanziamento”.

“Mettiamo in campo risorse e competenze per sostenere i piani di crescita delle nostre imprese, nell’ambito del rinnovato accordo con Confindustria – aggiunge Francesca Nieddu, direttore regionale Veneto Est e Friuli Venezia Giulia Intesa Sanpaolo -. Il nostro Gruppo conferma e rafforza l’attenzione al sistema produttivo del Veneziano, con un’attenzione particolare alle caratteristiche distrettuali di questo territorio e alla presenza del sistema portuale e all’economia locale che ne deriva”.

Giorgia Gay