venerdì, 29 Marzo 2024
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Padova, long covid. Aspetti psicologici e cognitivi

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Uno studio dell’Azienda Ospedale Università Padova ha raccolto, da maggio 2020, dati dalla prima ondata ad oggi per analizzare l’impatto sulla psiche delle persone coinvolte.

Con il procedere della pandemia da COVID-19 è diventato sempre più chiaro come molti pazienti sperimentino, oltre a quelli respiratori, sintomi e complicazioni multiorgano, che
possono persistere anche dopo molte settimane la guarigione dall’infezione. Il cosidetto  “Long Covid”.

Ansia, depressione, disturbi del sonno, dell’attenzione e memoria sono alcuni dei sintomi neuropsichiatrici e cognitivi riscontrati. Nel complesso, i domini cognitivi alterati sono quelli relativi alle funzioni esecutive , attenzione  e memoria. Si parla spesso a tal proposito di brain fog (nebbia mentale o nebbia cognitiva) per descrivere questa condizione di obnubilamento, persistente stanchezza e riduzione dell’efficienza mentale.

Lo studio

A partire dal 2020 Azienda Ospedale Università Padova ha valutato, attraverso una approfondita valutazione psicologica e neuropsicologica, oltre 400 pazienti ricoverati e guariti da COVID19. Sono stati seguiti nel tempo fino a sei mesi dalla dimissione.

Lo studio, ha l’obiettivo di valutare le differenze cognitive e sequele psicologiche di COVID-19 tra giovani e anziani adulti guariti valutati entro 1 mese dall’ultimo negativo test del tampone nasofaringeo. ” Lo studio ha messo in luce – commenta condotto la dott. ssa Rossana Schiavo, Direttore Psicologia Ospedaliera – come le donne, specie se consapevoli di avere subito difficoltà cognitive successive all’infezione, sono maggiormente a rischio di sviluppare disagio psicologico con un numero maggiore di sintomi, confermano quanto rilevato da altre ricerche.

Riserva cognitiva

Il lavoro  ha messo in luce un elemento di novità rispetto a quanto attualmente mostrato da ricercatori nazionali ed internazionali. Condurre uno stile di vita attivo ed arricchito può fungere da fattore protettivo sulla salute psichica e cognitiva.

Infatti sono stati analizzati gli indici di riserva cognitiva ( CRI) ovvero sono pazienti con elevata istruzione, con un lavoro che comporta un certo grado di impegno e di responsabilità personale e con interessi cognitivamente stimolanti – attività di carattere intellettuale  attività sociali e sportive  e attività ricreative.

Questi soggetti  che conducono un vita con una riserva cognitiva alta, subiscono in misura minore gli effetti psicologici traumatici della pandemia. Al contrario, i partecipanti con basso indice CRI, hanno mostrato una maggior frequenza di sintomi post-traumatici.

L’Azienda Ospedale Università di Padova sta proseguendo il suo impegno facendo tesoro dell’esperienza e della conoscenza acquisita per poter offrire in un’ottica multidisciplinare integrata una sempre più accurata valutazione e sviluppare gli interventi appropriati.