venerdì, 29 Marzo 2024
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Rovigo, a scuola di legalità con Spi Cgil e Libera

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Giunge al termine il primo turno della terza edizione del campo della legalità di Salvaterra, organizzato da Spi Cgil Rovigo e Libera

Si è da poco concluso il primo turno dei campi della legalità “E!State Liberi” a Salvaterra, mentre è in pieno corso di svolgimento la seconda parte di questa iniziativa promossa da Spi Cgil Rovigo e Libera. In questa terza edizione del campo si è parlato con i giovani partecipanti di ambiente, di memoria e impegno civico, di gioco d’azzardo, di inchieste, denunce e rapporti criminali in Veneto, ma anche di caporalato, di confisca di beni, di giustizia sociale ed ecologica, di negoziazione sociale insieme ai vari ospiti che si sono succeduti nelle varie iniziative e alla Cgil tutta. Il campo di Badia Polesine si è tenuto dal 18 al 23 luglio, con un secondo turno che si sta svolgendo proprio in questi giorni e continuerà fino al giorno 30 del mese corrente, e si è rivolto ad un pubblico esclusivamente maggiorenne.

Villa Valente Crocco, simbolo di rinascita e di lotta contro le ingiustizie

Il campo di “E!State Liberi!” a Salvaterra ha al centro delle sue attività il bene confiscato Villa Valente Crocco, situato in piena pianura Padana e precisamente nell’Alto Polesine: qui, in una piccola frazione del Comune di Badia Polesine, dove esistono varie ville storiche, oggi non più abitate. La villa, edificata nel 18esimo secolo, fu venduta a fine anni ’80, entrando nella disponibilità di Francesco Ferrari, coinvolto nella cosiddetta Turchia Connection e in attività di traffico di stupefacenti. La villa venne dunque sequestrata nel dicembre 1995 dalla Procura della Repubblica di Verona e assegnata al Comune di Badia Polesine. Allora la struttura sembrava essere destinata al definitivo abbandono, fino al salvifico intervento del coordinamento polesano di Libera, che riuscì a dare una nuova vita all’immobile con sette realtà associative, impegnate in diversi ambiti del sociale. Nacque così la “Casa della Legalità”, destinata ad ospitare attività di rilievo sociale, culturale e ambientale. La villa è intitolata a Silvano Franzolin, ucciso nel 1982 nella cosiddetta “strage della circonvallazione”. L’uomo fu raggiunto dai colpi dei mafiosi di Nitto Santapaola, assieme ai colleghi e all’autista, mentre scortavano in carcere il boss Alfio Ferlito. La gestione del bene è stata assegnata ad un insieme di associazioni e cooperative sociali, un’Associazione Temporanea di Scopo (Ats) che, per le finalità che promuove, ha voluto chiamarsi con il nome della località che ospita il bene, Salvaterra. L’Ats è formata da tante realtà, attive ogni giorno per favorire la coesione sociale e contrastare l’emarginazione e il disagio, con servizi concreti di accoglienza e sostegno materiale per le fasce più deboli della popolazione. L’idea progettuale di fondo è fare di Villa Valente Crocco un contenitore di attività di rilievo sociale e culturale, un punto di riferimento, non solo locale, sui temi della legalità, della tutela dei diritti umani e dell’innovazione delle politiche sociali. Il campo di “E!State Liberi!” è l’occasione per toccare con mano queste realtà: contribuendo alle attività sviluppate sul bene confiscato, conoscendo il territorio, le sue storie, le attività di Libera e delle tante realtà attraverso incontri, testimonianze e visite, con una particolare attenzione ai temi ambientali.

Biancardi (Spi Cgil Rovigo): “La battaglia per la legalità non va in vacanza

“Lo scopo del campo – afferma Nicoletta Biancardi, segretaria generale di Spi Cgil Rovigo – è quello di promuovere e mantenere vivo l’impegno civico, con tutte le precauzioni del caso, vista comunque la non ancora trascurabile presenza e circolazione del Covid. La battaglia per la legalità ed i diritti non può andare in vacanza e nemmeno deve essere il virus a fermare l’energia positiva dei ragazzi e delle ragazze nel dare il proprio contributo e nel fare un’esperienza formativa del genere. I campi della legalità, come quello in corso a Salvaterra in questi giorni, costituiscono un patto intergenerazionale in grado di mettere le basi per un lavoro sinergico da alimentare e sviluppare per il bene comune”.