venerdì, 19 Aprile 2024
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Così Sergio Dussin, cuoco di tre papi, serve in Vaticano la cucina veneta

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Da Bergoglio a Parolin apprezzano i prodotti veneti, specie gli asparagi

Papa Bergoglio stringe la mano a Sergio Dussin, ristoratore bassanese

Mostra con orgoglio una lettera di papa Francesco che si complimenta per gli asparagi e lo ringrazia del dono che gli ha recapitato a Santa Marta. In un’altra è il segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin, a scrivere di suo pugno, con grafia minuta e ordinata, quanto abbia gradito gli asparagi di Bassano. Per lui, che è di Schiavon, non sono certo una novità, ma una consolazione con un sapore di casa nelle austere stanze del Vaticano. Già, perché Sergio Dussin, cuoco bassanese titolare de “Il Pioppeto” a Romano d’Ezzelino, detiene due record: è il cuoco di tre papi ed è il cuoco più longevo in Vaticano rispetto a tutti gli altri. Quest’anno sono giusti vent’anni. Lo testimoniano le fotografie che ha appeso nel suo locale: ha iniziato nel 2002 con Giovanni Paolo II, ha proseguito con Benedetto XVI e ora cucina per papa Francesco e la sua curia.

Dussin, insomma, fa mangiare al Vaticano i prodotti e i piatti veneti. Ed è una cucina di qualità, la sua, come del resto in questi anni hanno confermato le recensioni delle guide gastronomiche.

In questo periodo, naturalmente anche all’ombra del Cupolone non mancano gli asparagi di Bassano. Pochi giorni fa alla Casina Pio IV, sede della pontificia accademia delle Scienze, Dussin ha servito un risotto agli asparagi bianchi di Bassano, mantecato con olio di oliva e grana padano. Il giorno successivo gli asparagi li ha presentati ai ferri, assieme a melanzane, peperoni e zucchine conditi con olio di oliva. Non è un ingrediente scelto a caso, perché in quei giorni l’accademia ha tenuto un convegno planetario (in inglese) su “Arte e scienza dell’olio di oliva: nutrizione, medicina e salute del pianeta”, con specialisti giunti da tutto il globo. In quell’occasione è stato eletto il nuovo cancelliere dell’organizzazione, il cardinale Peter Turkson. Il quale ringraziando ha spiegato tra il serio e lo scherzoso che accettava l’incarico a patto che fosse rimasto Sergio Dussin a preparare pranzi e cene dell’accademia. Tenete a mente il suo nome: Turkson è ben quotato fra i bookmakers sempre attivi nel toto-pontefice come successore di papa Bergoglio… Al quale auguriamo naturalmente cento anni di vita.

Dussin ricorda che quando il cardinale Parolin era ancora don Piero – così lo chiamava lui – ma già era esperto della curia romana, gli aveva dato un consiglio: il silenzio è la prima regola in Vaticano e quando ricevi una critica abbassa la voce e rallenta la cadenza. E lui ha sempre seguito il suggerimento. Ma siccome non gli è stato detto di non rispondere, Sergio sa anche replicare. Capitò così che un alto prelato lo punzecchiò chiedendogli cosa c’entrassero i savoiardi piemontesi nel tiramisù, bandiera della cucina veneta che lui proponeva. Al che Sergio rispose: “Eccellenza, lei è esperto di confessioni e comunioni, ma se vuole qualche lezione di cucina gliela dò gratis io”.

Dussin, che è stato a lungo anche presidente dei ristoratori locali, ha iniziato a lavorare alla “Mena” a Bassano. Era il 1972, cioè cinquant’anni fa, e lui aveva 15 anni. Poi quel ristorante lo rilevò proprio lui e solo di recente lo ha ceduto dopo decenni. Il cuore, comunque, resta “Il Pioppeto” di Romano, dove lavora tutta la famiglia, compresi i figli Marco ed Elena. Proprio grazie alla sua organizzazione, Sergio riesce per quattro-cinque giorni alla settimana a spostarsi in Vaticano e diventare l’ambasciatore della cucina veneta e bassanese a Roma.

Antonio Di Lorenzo