venerdì, 29 Marzo 2024
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Marmolada. L’allarme di Legambiente sul ghiacciaio

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Marmolada, nell’ultimo secolo perde più del 70% in superficie e oltre il 90% in volume. Tra quindici anni potrebbe scomparire del tutto

A due mesi dalla tragedia nella quale hanno perso la vita 11 persone, a Padova sono stati presentati i risultati del monitoraggio della quarta tappa di Carovana dei Ghiacciai, la campagna di Legambiente con la partnership scientifica del Comitato Glaciologico Italiano che dal 17 agosto al 3 settembre si sta occupando del monitoraggio dello stato di salute dei ghiacciai alpini.

Dopo due anni il Comitato Glaciologico Italiano in collaborazione con Legambiente sono ritornati sulla Marmolada per capire cosa sta accadendo alla regina delle Dolomiti. A parlare sono i risultati delle rilevazioni: una riduzione nell’ultimo secolo di più del 70% in superficie e di oltre il 90% in volume che ne determinano una grandezza di circa un decimo rispetto a cento anni fa.

La Regina della Dolomiti sta perdendo il suo gigante di ghiaccio più in fretta delle altre vette dichiara Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente — con rotture di equilibri secolari e accelerazioni di fenomeni anche tragici. Ma non devono essere tristi episodi di cronaca a doverci ricordare che siamo in piena emergenza climatica. Occorre più consapevolezza di quel che sta accadendo e soprattutto un nuovo rapporto tra uomo-natura. Basta considerare la montagna come un luna-park e basta infrastrutturazione a tutti i costi, utile invece pensare a questa come uno straordinario spazio di sperimentazione della sostenibilità.”

L’appello alle istituzioni

A richiamare l’attenzione delle istituzioni sulle origini della crisi climatica ed a chiedere che la transizione energetica torni al centro del dibattito politico ed in particolare della campagna elettorale Legambiente Veneto

Con l’Osservatorio Città clima di Legambiente abbiamo registrato in Veneto ben 84 eventi estremi negli ultimi 13 anni. Luigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto – Urgente abbandonare le fonti fossili e spingere l’acceleratore per arrivare a emissioni di gas a effetto serra nette pari a zero nel 2040, in coerenza con l’Accordo di Parigi (COP 21). Al contempo occorre dotarsi di un piano di adattamento al clima per tutelare i territori e le comunità.”

Bisogna agire –  aggiunge Vanda Bonardo –  con  azioni molto concrete  per quel che concerne l’adattamento e la mitigazione. Da un lato dovremo abituarci e adattarci e ridurre il rischio. Penso a tutte quelle situazioni di montagna e al turismo invernale. Dall’altro dovremmo mitigare quindi immettere meno gas serra. Mi riferisco alle rinnovabili, all’efficienza risparmio insomma tutte quelle cose che da tempo stiamo raccontando e che vorremmo venissero tradotti concretamente in azioni in un nuovo piano energia e in un piano per i cambiamenti climatici “

I Monitoraggi

Gli effetti della crisi climatica non risparmiano il Ghiacciaio della Marmolada, il più grande delle Dolomiti.  Il suo ritiro ha mostrato una progressiva accelerazione, tanto che negli ultimi quarant’anni la sola fronte centrale è arretrata di più di 600 metri provocandone una risalta in quota di circa 250 metri.

Un futuro incerto per il gigante bianco che, stando alle previsioni degli esperti, nel giro di meno di 15 anni potrebbe scomparire del tutto.

Tali cause la forte inclinazione del pendio roccioso e la progressiva apertura di un grande crepaccio che ha separato il corpo glaciale in due unità, alla presenza di discontinuità al fondo e sui lati, all’aumento anomalo delle temperature con conseguente aumento della fusione e incremento della circolazione d’acqua all’interno del ghiaccio.

Il Ghiacciaio della Marmolada — commenta Aldino Bondesan, Comitato Glaciologico Italiano e Università di Padova — è un fondamentale termometro dei cambiamenti climatici. Fenomeni come il distaccamento dello scorso 3 luglio sono frequenti nei ghiacciai e fanno parte della loro normale dinamica. Ciò che desta maggior preoccupazione è la progressiva accelerazione del ritiro glaciale. Se saranno confermati gli attuali andamenti anche nei prossimi anni, è molto probabile che il ghiacciaio della Marmolada scompaia prima del 2040.”

Ai monitoraggi, realizzati dal Comitato Glaciologico Italiano in collaborazione con Legambiente, hanno partecipato: Aldino Bondesan, Francesco Ferrarese, Alberto Lanzavecchia, Mauro Varotto dell’Università di Padova; Gianandrea Lorenzoni, Meteomont Veneto – Carabinieri Forestale di Belluno; Mauro Valt, ARPA Veneto.

Sara Busato

Credit immagini: Legambiente