giovedì, 28 Marzo 2024
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Salvato a Cortina uno stambecco che aveva ingoiato una scatoletta di tonno

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La scatoletta era rimasta in bocca allo stambecco a Cortina: intervenuto il veterinario portato con l’elicottero dei vigili del fuoco

Lo stambecco salvato dai vigili del fuoco a Cortina

Cortina, salvato uno stambecco che aveva ingoiato una scatoletta. L’aiuto per uno stambecco ferito alla bocca è arrivato dal cielo con il trasporto da parte dell’elicottero dei vigili del fuoco Drago 149 di un veterinario e di una guardia provinciale nei pressi del lago di Sorapis a circa 2000 metri di quota. È accaduto domenica pomeriggio, quando una guardia parco di Cortina d’Ampezzo e i carabinieri forestali hanno dato l’allarme per lo stambecco ferito.

Il veterinario e la guardia provinciale sono stati sbarcati poco sopra il lago di Sorapis sulle dolomiti bellunesi per prestare soccorso all’animale. Dopo essere stato anestetizzato, il veterinario è riuscito a togliere dalla bocca una scatoletta arrugginita di tonno, che impediva il movimento della lingua. Passato l’effetto dell’anestetizzante lo stambecco si è rimesso in piedi e ha ripreso a saltare per le Dolomiti.

«La montagna ama chi le lascia i suoi fiori, si diceva una volta. Direi che oggi, la montagna ama chi la frequenta con rispetto e non sopporta chi abbandona rifiuti nell’ambiente». È il commento del consigliere provinciale delegato a caccia e pesca, a poche ore dal ritrovamento della carcassa dello stambecco soccorso domenica in zona Sorapiss, in una vasta operazione coordinata dalla Polizia Provinciale.

L’animale aveva ingerito una vecchia lattina arrugginita ed era stato operato dal veterinario, portato in quota con l’elicottero. Due giorni dopo però è stato ritrovato morto.

“Purtroppo questa notizia rende evidente il problema dei rifiuti abbandonati in ambiente, come un fatto non solo di decoro estetico, ma pericoloso per molteplici aspetti» sottolinea il consigliere delegato a caccia e pesca. “Dimostra anche che nonostante gli enormi sforzi messi in campo per salvare un animale protetto, le ferite erano tali da aver provocato la morto, come spesso accade quando la fauna selvatica è in difficoltà. Questo rende ulteriormente merito al protocollo che abbiamo messo in pratica nell’ultimo anno – approvato anche da Ispra – per gli ungulati investiti. Protocollo che prevede, a seguito di analisi del veterinario o di personale esperto, l’eutanasia per cervi e caprioli gravemente feriti, con conseguente depennamento dal numero dei capi prelevabili. Uno strumento che da un lato evita sofferenze indicibili agli animali investiti, dall’altro garantisce il rispetto dei numeri stabiliti di anno in anno per i prelievi venatori”.