domenica, 1 Ottobre 2023
 
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Cassonetti in centro ad Este, Legambiente: “sono diseducativi”

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L’osservazione del circolo Legambiente di Este in merito ai nuovi bidoni per la raccolta dell’olio esausto che vanno a sommarsi ai 420 nuovi contenitori

“I cassonetti in centro hanno un potenziale anti educativo per la raccolta differenziata”. Questa è l’osservazione del circolo Legambiente di Este in merito ai nuovi bidoni per la raccolta dell’olio esausto che vanno a sommarsi ai 420 nuovi contenitori, di cui 183 grandi di colore verde, nero o metallico, per carta, plastica e secco indifferenziato e 237 bidoni in plastica, più piccoli di vario colore a seconda della destinazione per vetro e umido. I contenitori tra le vie del centro erano stati posizionati nell’aprile del 2020 per una “sperimentazione” dovuta all’emergenza Covid, che però non cambiava le modalità di raccolta differenziata del porta a porta.

“A emergenza Covid quasi superata, abbiamo visto apparire altri cassonetti: abbiamo infatti censito una dozzina di contenitori gialli “per l’olio vegetale”, sparpagliati a casaccio in città accanto agli altri – spiegano da Legambiente -. Non contestiamo l’importanza di raccogliere l’olio vegetale, ma riteniamo che si potesse operare in un altro modo: ad esempio ampliando l’orario di apertura dell’ecocentro o collocando dei contenitori all’esterno dello stesso, evitando le code. Oppure creando nuovi punti di raccolta nelle zone della città più lontane dall’ecocentro”.

Secondo gli ambientalisti in questo modo, cioè collocando i bidoni gialli accanto agli altri a formare isole, l’amministrazione comunale fa presumere che non ha alcuna intenzione di eliminare i cassonetti con il loro potenziale anti-educativo: “La raccolta porta a porta induce a un maggiore impegno dei cittadini a differenziare, la presenza dei cassonetti scoraggia questo impegno. Basta vedere il tipo di rifiuto che si osserva fuori dai cassonetti, la sporcizia è perennemente presente attorno alle isole come la varietà dei rifiuti ingombranti e speciali abbandonati in prossimità delle isole”, conclude Legambiente.

Giada Zandonà

 
 
 

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