Il primo cittadino di Cavarzere replica: “Consigliera poco informata, abbiamo già incaricato un legale per procedere con i ricorsi necessari”
Continuano le prese di posizione e gli allarmi per l’impianto di produzione di energia da biogas a Cavarzere. A prendere la parola è anche la consigliera regionale del Movimento 5 stelle Erika Baldin, che critica il parere positivo della Regione durante la conferenza di servizi dello scorso 4 maggio alla costruzione, nonostante la relazione dell’Ulss 3 Serenissima non rassicurante. Una decisione, quella della Regione, sulla scia di quella della Città Metropolitana di Venezia e del Consorzio di Bonifica Adige Euganeo.
“Giunta regionale che, peraltro, il 1° marzo di quest’anno ha deliberato anche l’autorizzazione a costruire un ulteriore impianto di produzione di energia da biogas, in capo all’azienda Guzzo di Cona, quindi non distante da Cavarzere” attaccca.
Le critiche a Munari: “Occorrono atti formali e sostanziali per opporsi al progetto”
Ma è al sindaco di Cavarzere, Pierfrancesco Munari, che Baldin non risparmia critiche. A lui, “che si dice pronto ad aderire un eventuale ‘comitato per il no’, rispondo che date le sue prerogative ciò non è sufficiente. Occorrono invece atti amministrativi formali e sostanziali, efficaci, pubblici e trasparenti per opporsi al progetto, muovendosi nelle pieghe di leggi e regolamenti” incalza Baldin.
“Non ultimo l’autotutela e la via legale, specie dopo il parere dell’Ulss 3 che suona come un avvertimento preventivo: non si dica poi che nessuno sapeva. E intanto urge prefigurare una corposa richiesta istituzionale di opere di compensazione”.
E conclude: “Dopo il deposito di gpl a Chioggia, sminato dal governo Conte II con l’inserimento della clausola Unesco nel decreto Agosto del 2020 – rivendica la consigliera penta stellata -, ancora uno scellerato caso di autorizzazioni pericolose concesse a pochi metri dalle abitazioni, nel combinato disposto tra interessi privati che passano sopra a tutto e mano pubblica distratta, accondiscendente e timorosa di perdere posti di lavoro, pronta a barattare il diritto alla salute e al benessere della popolazione”.
Non tarda la risposta del primo cittadino cavarzerano: “Si informasse la consigliera regionale che prima ancora di aderire al comitato del no – attacca Munari –, abbiamo incaricato un legale per procedere con tutti i ricorsi necessari per tutelare la cittadinanza”.
Gaia Ferrarese