venerdì, 29 Marzo 2024
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Padova, accoglienza in famiglia nelle politiche strutturali di Governo

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Un memorandum per la creazione di una rete di condivisione delle buone pratiche e l’inserimento dell’Accoglienza in famiglia nelle politiche strutturali 

L’accoglienza in famiglia di profughi, realtà già consolidata con successo in molti Comuni italiani, deve essere inserita nelle norme che regolano il sistema di accoglienza del Paese.

È la proposta lanciata, sabato 26 novembre dai 20 comuni provenienti da tutta Italia,  ad Anci, rappresentata da Matteo Biffoni, sindaco di Prato e delegato all’immigrazione dell’Anci – Associazione Nazionale Comuni Italiani.

Il sistema SAI è un sistema che con i suoi limiti e i suoi problemi, però funziona, dà le sue risposte in termini pratici alla necessità che noi tutti abbiamo.  –  dichiara Matteo Biffoni, sindaco di Prato e delegato all’immigrazione di ANCI – Le amministrazioni di un territorio hanno l’esigenza che quando arriva una persona, un essere umano, nei nostri comuni noi abbiamo la pretesa, politica, di fare cittadinanza, di creare dei cittadini; voglio quindi avere in mano gli strumenti migliori per arrivare a questo obiettivo. Il percorso che ha avviato Margherita Colonnello e al quale tutti noi abbiamo aderito oggi, è un percorso aperto, ci consente, e io me ne prendo l’impegno, di portare all’attenzione del Ministero e di tutte le politiche nazionali, ma anche del Governo e del Parlamento tutto, una modalità che può essere una ulteriore modalità di presa in carico, di accompagnamento verso la cittadinanza delle persone che arrivano sul nostro territorio. Ora abbiamo una base vera, con Comuni importanti, su cui appoggiare una proposta da portare alla valutazione del Ministero, come miglioramento del sistema di accoglienza che già abbiamo.  L’ANCI su questo tipo di proposta ci lavorerà.”

Uscire dalle logiche dell’emergenza, costruire percorsi condivisi tra Amministrazione, cittadini e Terzo Settore, fare tesoro delle esperienze e di quanto appreso in questi anni.  Sono questi gli obiettivi della proposta ufficiale di inserimento dell’Accoglienza in Famiglia nelle politiche strutturali dell’accoglienza. 

Con questa firma oggi abbiamo fatto apparentemente  un piccolo gesto  in realtà abbiamo sottoscritto un impegno importante per tutto il nostro Paese.  –  commenta Margherita Colonnello, assessora al sociale del Comune di Padova Abbiamo sperimentato e vogliamo continuare a sperimentare l’accoglienza in famiglia nelle nostre città e nei nostri comuni perché vogliamo che questa modalità, diventi una opportunità strutturale del sistema di accoglienza in Italia. Siamo qui perché Padova ha appena concluso la partecipazione a un progetto europeo che ci ha permesso di sperimentale l’accoglienza in famiglia. E’ stato un successo a dimostrazione che le comunità e gli enti locali sono pronti a fare la propria parte in questo senso. Siamo qui anche perché c’è stato un passaparola anche abbastanza spontaneo, che ha portato alla creazione di questa rete di amministrazioni, che è naturalmente aperta alla partecipazione di chi vorrà farne parte”.

Il convegno

L’occasione è stato il convegno “Le città accoglienti”, dedicato al progetto europeo “Embracin’”che ha permesso a Padova di sperimentare l’accoglienza in famiglia in partenariato con altre 7 realtà europee. Al Convegno hanno partecipato anche: l’Università degli Studi di Padova, Welcome Refugees Italia, UNHCR, Comunità di sant’Egidio, Forum del Terzo Settore.

Nell’ambito di questo progetto, è prevista la sottoscrizione di un Memorandum da parte di altri comuni italiani.Il documento impegna i firmatari a formare e mantenere una rete di scambio di buone pratiche relativamente al tema dell’accoglienza in famiglia. 

Le città firmatarie

Padova è solo una delle tante città in Italia che ha sperimentato questa possibilità. La notizia  memorandum si è diffusa su tutto il territorio nazionale, raccogliendo l’interesse di Roma, Milano, Bologna, Napoli, Aosta oltre che delle venete Verona e Rovigo e di molti altri piccoli Comuni. Il tramite di diffusione è stato uno spontaneo movimento di associazioni e amministratori già in contatto sul tema

Ci uniamo in una rete che ha già raccontato tante storie sperimentate dell’accoglienza in famiglia, e queste esperienze le portiamo a questo tavolo, perché riteniamo che l’obiettivo di ogni Comune sia quello di avere strumenti che vadano oltre una accoglienza emergenziale  che noi a Roma conosciamo bene per i numeri che la riguardano.  –  aggiunge Barbara Funari, assessora alle politiche sociali e alla salute del Comune di Roma  – Voglio solo ricordare che l’accoglienza in famiglia è stata vissuta in tanti Comuni nei confronti delle mamme e dei bambini fuggiti dall’Ucraina e che questo può essere un esempio importante di un approccio strutturato che potrebbe valorizzato nell’ambito del sistema SAI.”

L’università di Padova è parte integrante della città. La città stessa è un grande campus universitario e quindi la collaborazione con il Comune è stretta e ben avviata da molto tempoMonica Fedeli, prorettrice alla Terza Missione dell’Università di Padova –   La mia presenza qui è proprio per rinforzare questa collaborazione , integrazione e unità di intenti nel campo dell’accoglienza