martedì, 16 Aprile 2024
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Treviso, Calesso: “Nessuna condanna netta di neofascismo e neonazismo da parte dell’amministrazione”

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Tutte le volte che l’amministrazione Conte non ha voluto occuparsi di neofascismo e neonazismo. Una riflessione di Gigi Calesso.


Di fronte all’intensificarsi nel nostro Paese di indagini su organizzazioni neofasciste e neonaziste clandestine, l’ultima delle quali ha toccato anche la provincia di Treviso, è necessario, a mio avviso, ricordare ancora una volta che le istituzioni hanno il dovere di fare tutto ciò che è nelle loro competenze per non far apparire come “normale” la presenza sul territorio appunto di partiti o movimenti di chiara matrice neofascista o neonazista.

Se questa presenza, infatti, diventa in qualche modo abitudinaria nelle sale, nelle strade, nelle piazze delle nostre città e dei nostri paesi si contribuisce, più o meno consapevolmente, a offrire “agibilità politica” a organizzazioni la cui stessa esistenza è vietata dalla Costituzione.

Sotto questo profilo, purtroppo, l’attuale amministrazione cittadina non brilla certo, anzi ha formalmente e informalmente respinto almeno tre proposte tese proprio a togliere spazio fisico e politico ai nostalgici del fascismo e del nazismo.

Gli episodi

A luglio del 2019 la maggioranza di centrodestra ha bocciato in Consiglio Comunale la proposta di delibera di iniziativa popolare di modifica del regolamento di concessione temporanea di sale e spazi pubblici che subordinava la concessione alla sottoscrizione da parte dei richiedenti di una dichiarazione dei richiedenti di adesione ai valori costituzionali e di ripudio dell’ideologia fascista e nazista.

Dimostrato che è innegabile negli ultimi anni il rigurgito di violenze neofasciste e neonaziste su tutto il territorio nazionale e, in particolare nella nostra città e nella Marca (e, quindi, “il fascismo è solo un ricordo” è insostenibile), dimostrato che analoghe delibera in altre città (Brescia, Rivoli) hanno superato i ricorsi al TAR e al Consiglio di Stato e quindi anche la nostra proposta è giuridicamente sostenibile, rimanevano alla maggioranza ben pochi argomenti per giustificare il voto contrario in Consiglio Comunale.

“Siamo tutti antifascisti, ma questa delibera non la approviamo perché non è così che si sconfigge il neofascismo” è stata la sostanza degli interventi dei consiglieri di maggioranza insieme al trito e ritrito “E allora il comunismo?” come se non fosse chiaro che la Costituzione della Repubblica e la normativa vigente vietano la ricostituzione del partito fascista e non fanno cenno al “comunismo”.

Ad aprile del 2021 noi di Coalizione Civica per Treviso abbiamo inviato al Presidente del Consiglio Comunale e ai capigruppo consiliari una proposta di mozione per la messa al bando nel territorio comunale del commercio e della diffusione di gadget fascisti e nazisti ma non abbiamo ricevuto alcuna risposta.

La mozione si poneva nell’ambito del contrasto al neofascismo e al neonazismo che motiva la proposta di legge di iniziativa popolare “Norme contro la propaganda e diffusione di messaggi inneggianti a fascismo e nazismo e la vendita e produzione di oggetti con simboli fascisti e nazisti”, nota anche come “Legge antifascista Stazzema” dal nome della località teatro nel 1944 di un eccidio nazista, proposta di legge sulla quale sono state raccolte centinaia di firme anche a Treviso.

Il caso più recente è di maggio di quest’anno e riguarda la proposta di revoca della cittadinanza onoraria di Treviso concessa nel 1924 a Benito Mussolini: la proposta ricalca quella approvata lo scorso anno dal Consiglio Comunale di Adria e, quindi, è perfettamente attuabile ma il Sindaco ha detto No.

La motivazione espressa dal Sindaco è quella che lui non si occupa di questi problemi, che si dedica ai “problemi reali” dei cittadini.

Che si tratti di un classico caso di “benaltrismo” non sono io a dirlo ma gli atti del Consiglio Comunale che registrano come il 27 gennaio del 2021, in piena crisi pandemica, il consiglio stesso sia stato chiamato dalla Giunta a deliberare sulla proposta di conferimento della cittadinanza onoraria di Treviso al Milite Ignoto. Non solo, quindi, il Consiglio Comunale ha trovato il tempo per deliberare in merito ma il Sindaco e la sua Giunta sono riusciti a occuparsi di una questione che nulla ha a che vedere con i problemi quotidiani della città e lo ha fatto nel pieno di una delle ondate della pandemia da Covid-19.

A mio avviso, questi episodi dimostrano inequivocabilmente che l’attuale amministrazione e la maggioranza consiliare che la sostiene non hanno nessuna intenzione di esprimere con decisioni e atti giuridici la netta e inappellabile condanna del neofascismo e del neonazismo che i trevigiani democratici chiedono e che sarebbe utile per ridurre la possibilità delle organizzazioni neofasciste e neonaziste di farsi considerare ”normali”.

Gigi Calesso – Coalizione Civica per Treviso

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