giovedì, 28 Marzo 2024
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Venezia, la storia dei casinò della Serenissima

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Il casinò di Venezia, una storia che inizia già dalla Serenissima

È uno dei simboli di una delle città più belle in tutto il mondo e non è certo un mistero che, al giorno d’oggi, riesca ancora ad affascinare migliaia e migliaia di persone. Stiamo parlando del casinò di Venezia, la cui storia è veramente unica, anche per via del fatto che siamo di fronte alla casa da gioco più antica in tutto il mondo.

Nonostante il boom delle slot online, che propongono esperienze sempre più coinvolgenti, ma anche vantaggiose dal punto di vista economico, grazie alla presenza di slot che pagano di più rispetto a quelle fisiche, ci sono alcune sale da gioco che sono riuscite a conservare un fascino e un’atmosfera che non saranno mai e poi mai riproducibili su una qualsivoglia piattaforma digitale.

L’epoca della Serenissima

I casinò a quel tempo erano solamente delle stanze oppure delle abitazioni di dimensioni estremamente piccole, proprio per questo motivo, venivano chiamate “ridotti”. Al loro interno si riunivano persone appartenenti a ogni ceto sociale. L’obiettivo era quello di giocare e, a quei tempi si usavano tali termini, berteggiare e cianciare.

Non è un mistero che il Consiglio dei Dieci della Serenissima dovette più di una volta mettere mano alla sua attività di regolamentazione di tali casinò. L’intento, in tal modo, era quello di punire non solo i bari, ma anche le risse che spesso si verificavano all’interno di tali luoghi. Nel ‘700, però, si trattava di una moda davvero dilagante, dato che c’erano 136 luoghi di divertimento, tra ridotti e veri e propri casinò. Interessante notare come l’accesso venne garantito non solo alle persone molto facoltose, ma anche a gente che faceva parte dei ceti più bassi. Tra i ridotti privati, sono da ricordare i casini dei mestieri e delle corporazioni. Un illustre esempio fu rappresentato dal casino del commercio a San Marco.

I casinò più antichi

Tra i primi casinò che sono sorti troviamo senza dubbio il Ridotto di San Moisè, che si poteva fregiare di un cliente fisso davvero di altissimo profilo. Stiamo parlando del celebre dongiovanni Antonio Casanova. Un casinò dove regnava sostanzialmente una grande privacy, anche per via dell’abitudine a portare le baute, ovvero le tradizionali maschere veneziane che venivano impiegate da tutti coloro che prendevano parte a delle feste, piuttosto che si mettevano a schiamazzare o a fare confusione. Incredibile era il livello di coinvolgimento dei partecipanti che, in alcuni casi, spendevano tutto quello che possedevano, al punto tale da uscire nudi dal casinò, proprio perché avevano perso anche i vestiti indossati. Il motivo per cui il Governo decise di mantenere attivo, fino al 1774, il casinò di San Moisè è molto semplice, vista la fonte di ricchezza che rappresentava per la Serenissima.

E il Ca’Vendramin Calergi? Questo casinò che si è tramandato fino ai giorni nostri si trova all’interno di Palazzo Loredan Vendramin Calergi, che è collocato nel sestiere di Cannaregio e si affaccia su una zona molto pittoresca di Venezia. Correva l’anno 1940, invece, quando il Casinò di Venezia aprì i battenti presso il Lido di Venezia. A metà del secolo scorso, bisogna rimarcare come ci fu l’apertura anche della sede del Centro Storico a Ca’Vendramin Calergi, dove il Casinò di Venezia oggi può vantare la sua sede più importante. Come se non bastasse, alla fine degli anni Novanta, ecco che venne aperta un’altra sede, ovvero quella del Casinò di Ca’ Noghera. Si tratta, tra le altre cose, della prima sala da gioco con uno stile all’americana che è stata aperta su tutto il territorio italiano. Dove si trova? Una sede particolarmente elegante, che è sorta a pochi passi dall’aeroporto di Venezia Tessera.

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