I titolari dell’ortofrutta di Abano Terme fanno un appello affinchè l’attività venga rilevata. Franco e Brunella: “È ora di fare i nonni a tempo pieno”
Chiude dopo ben 55 anni di attività, l’Ortofrutta Abano, uno tra i primi fruttivendoli della zona termale. Il negozio, portato avanti dalla famiglia Spolverato, è stato un punto di riferimento per il quartiere di Monteortone, ma non solo. Franco Spolverato, che ha ereditato dopo 7 anni l’attività avviata dal padre Evelino, ha chiuso i battenti ed è andato in pensione con la moglie Brunella. E almeno per il momento, nessuno è interessato a rilevare la storica attività di Abano.
“Abbiamo raggiunto l’età della pensione – annunciano Franco Spolverato e la moglie Brunella – Questa è un’attività che va e funziona ancora alla grande. Ci spiace, ma è arrivato il momento di prendere la palla al balzo e metterci a fare i nonni. Ringraziamo i nostri affezionati clienti, molti dei quali vengono anche da fuori paese, da Padova”.
L’Ortofrutta è stato recentemente premiato dall’amministrazione comunale come una delle più longeve e riconosciuto dalla Regione Veneto come attività storica, i titolari fanno un appello perché sia rilevata: di sera può diventare un luogo dove si servono aperitivi vegani.
“Siamo cresciuti con i nostri clienti e abbiamo visto crescere il quartiere di Monteortone”, dicono ancora Franco e Brunella. “Abbiamo sempre cercato di soddisfare le esigenze dei clienti, anche in termini di flessibilità di orario. Abbiamo rifornito negli anni molti hotel, asili, scuole, gelaterie, ristoranti, pizzerie e bar”. “Negli anni il lavoro è cambiato – aggiungono – ora si richiedono più prodotti pronti e stanno prendendo piede, soprattutto negli hotel frutti esotici e prodotti particolari come foglie ostriche”.
Ora è però tempo di cambiare passo, dato che l’attività non sarà portata avanti dai figli Marco e Silvia.
“Sono già impiegati nel settore ospedaliero e quindi giustamente vanno avanti per la loro strada – dicono i genitori – Stupisce invece vedere che questa attività non interessa, dato che non abbiamo ricevuto nemmeno un’offerta per rilevarla. E pensare che ci siamo rivolti anche a 4 agenzie. Evidentemente nessuno vuole fare sacrifici. Questo è un locale che può avere anche grandi potenzialità e volendo si possono fare aperitivi, come avevamo in mente noi, trasformandolo di sera in luogo per aperitivi vegetariani e vegani o in anguriara”.
Federico Franchin