Trivellazioni in Adriatico, il Sindaco di Rovigo è contrario: “Non è dimostrato scientificamente che un’estrazione di metano non crei problemi”
Torna a portare i riflettori su di sé nel Polesine il tema trivellazioni, con le vive proteste di pescatori ed enti locali.
“Le ragioni che hanno portato la Regione del Veneto a promuovere il referendum contro le trivellazioni sono ancora valide – afferma il vicepresidente della Provincia di Rovigo, Graziano Azzalin –, perché dal punto di vista della sicurezza idrogeologica nulla è cambiato: per questo mi auguro che non cambino anche le posizioni di chi, nel 2016, si è speso per quel referendum spiegando che il Veneto non doveva essere svenduto e che i rischi superavano di gran lunga i presunti benefici”.
“Dal canto suo, la Provincia di Rovigo farà tutto il possibile per contrastare scelte politiche che rischiano di danneggiare settori economici fondamentali, come la pesca, colpendo un territorio già vittima di scelte sciagurate”, conclude Azzalin.
Contrario anche il sindaco di Rovigo, Edoardo Gaffeo: “Non è dimostrato scientificamente che un’estrazione di metano non crei problemi, in particolare di subsidenza e di abbassamento del suolo. L’Alto Adriatico, di fronte a Venezia e al Po, e il Polesine in particolare è già stato vittima di pesanti estrazioni di acque metanifere negli anni Sessanta, tutt’oggi paga i costi di quelle scelte sciagurate. Nuove trivellazioni comprometterebbero l’equilibrio di un sistema arginale che per renderlo sicuro è costato miliardi alla comunità nazionale”.
“La quantità di gas che c’è in Adriatico rappresenterebbe un decimo, almeno nell’Alto Adriatico, rispetto al consumo annuale di gas del nostro paese e andrebbe a beneficio delle aziende energivore a prezzo calmierato, ma comunque a quale prezzo? Non abbiamo bisogno di rassicurazioni ma abbiamo bisogno di certezze e se queste non ci sono non si fanno trivellazioni perché non ne varrebbe la pena, sotto nessun profilo in quanto i costi sarebbero enormi”.
