L’intervista di Giorgia Gay a Marina Semenzato, Segretario dell’Ordine Interprovinciale delle Ostetriche Venete
– Sull’allattamento ci sono sempre grandi aspettative, ma non sempre è un percorso facile, dico bene?
Durante i nove mesi di gravidanza la mamma è accudita e gestita a trecentosessanta gradi. Tutta la gravidanza si focalizza sul momento del parto, per questo anche noi quando tocchiamo l’allattamento durante i corsi lo facciamo con attenzione, ma con un’attenzione che non è focalizzata a un vissuto di quel momento, per cui tutto si riversa al parto. Il punto è che dopo il parto c’è un bambino che ha delle necessità di nutrimento e di accudimento e in questo momento spesso la mamma si trova in difficoltà perché quelle figure che le ruotavano attorno non sono così presenti come necessiterebbe. Come Ordine ci siamo ripromessi di fare una campagna con l’obiettivo di fare in modo che le ostetriche siano più numerose nel territorio, per supportare il post-nascita che è una fase delicatissima non soltanto per l’accudimento e il nutrimento, ma anche per tutte quelle forme di supporto e di depressione “fisiologica” o più importante. Per cui, quello che è un momento che dovrebbe essere assolutamente esaltante, diventa il più delle volte anche problematico perchè questo tipo di gestione dovrebbe avvalersi di supporto di professioniste serie, preparate e competenti. Ecco che la figura dell’ostetrica è la più indicata in questo contesto.
– I problemi delle mamme possono essere vari su questo fronte (ragadi, dolore, difficoltà nella gestione dell’allattamento, bambino che non si attacca, latte), come fare?
Non c’è una ricetta perchè c’è un bambino e c’è una mamma e quel bambino e quella mamma devono essere visti nella loro nella loro unità. Per quanto riguarda le ragadi, vengono principalmente perché il bambino è attaccato male e attaccandosi male, purtroppo, la suzione crea queste microlesioni cutanee del capezzolo che ha una pelle sensibilissima, delicatissima e molto innervata. È una pelle però che facilmente rimargina, guarisce molto velocemente, per cui lasciando a riposo il seno per qualche ora in più si può già provare un senso di benessere; poi c’è l’olio o ci sono delle pomate che possono essere di supporto per una rimarginazione più veloce.
Il discorso dell’allattamento va sempre a inserirsi anche in quelle che sono le varie posizioni che si possono adottare, ma non si può spiegare, bisogna vedere la mamma come si approccia e come è in quel momento, se ha delle persone che la supportano nelle faccende domestiche quotidiane. Purtroppo ci sono tantissime donne che non sanno neanche tenere in braccio, per cui partiamo proprio dalle cose talmente basilari, piccole ma che sono molto importanti: come tieni in braccio un bambino? Come lo tieni durante l’allattamento? Ci sono varie posizioni, ma si possono anche cambiare in base alle necessità della mamma.
– E quando invece il latte manca? Molti pediatri insistono sul proseguire l’allattamento, ma è giusto? Quando bisogna insistere? Quando questo può creare quasi un trauma per le mamme?
Noi ostetriche sappiamo benissimo che questa è una grande falla. Una falla che deve essere assolutamente rimarginata, perchè altrimenti non possiamo parlare di denatalità solo perchè c’è la guerra o ad altri fenonemi. Dobbiamo parlare di denatalità anche in relazione a quanto sono supportate le mamme e quanto lo Stato investe su questo, perché è cambiata la società, sono cambiate le modalità di approccio, per cui noi operatori dobbiamo essere allineati con questo cambiamento. Adesso le famiglie, i genitori di queste mamme, il più delle volte lavorano ancora, perché l’età pensionabile è stata alzata ad oltranza, per cui sono poche quelle che possono avere un supporto, un aiuto anche pratico di lavori di casa o di far da mangiare. Per cui è fondamentale che investiamo noi operatori del territorio, dell’Ulss e del padovano nel preparare le mamme. Qui nel padovano ci sono i consultori dove ci sono delle ostetriche che si occupano delle mamme. Il più delle volte sono quelle che hanno fatto i corsi nei loro consultori, ma questo non vuol dire che le altre mamme non possono accedere a questi servizi.
– Lei ha parlato di solitudine e supporto. Ma una donna che è in difficoltà, chi non ha nessuno, che magari ha avuto queste esperienze a chi può rivolgersi?
Nei consultori può chiedere dell’ostetrica e lì di sicuro troverà un aiuto. Le ostetriche non ci sono in tutti i consultori, ma nei grossi consultori, tipo qui ai Colli, a Rubano, a Camposampiero, a Conselve, a Monselice, a Cittadella, cioè sto parlando dell’Ulss e del territorio padovano, ma anche nel resto del Veneto. Ci sono altri centri meno virtuosi dove hanno meno ostetriche e noi dentro l’Ordine abbiamo ben chiara questa situazione. Anche il Covid purtroppo ci ha bloccati un po’, per cui dobbiamo cercare di recuperare questo gap. La prima formazione che partiremo a fare come Ordine dopo il Covid è proprio l’accudimento del neonato, per noi è una priorità come operatori.