Nonostante le smentite in campagna elettorale arriva un’altra proposta di legge contro il diritto all’aborto, a firma Fratelli d’Italia
Un nuovo sforzo della destra italiana per limitare il diritto all’aborto è arrivato con la presentazione di una proposta di legge anti-abortista da parte del senatore di Fratelli d’Italia Roberto Menia. La proposta mira a riconoscere la soggettività giuridica agli embrioni a partire dal momento del concepimento. Anche se non lo colpisce direttamente, questa proposta di legge va in contrasto con le disposizioni della legge sull’aborto numero 194 del 1978, che garantisce il diritto all’interruzione volontaria di gravidanza per tutte le donne entro il terzo mese.
Governo Meloni: i disegni di legge antiabortisti finora sono quattro
Nonostante le dichiarazioni della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, secondo cui il suo governo non avrebbe messo in discussione il diritto all’aborto, in circa tre mesi di legislatura sono già state presentate quattro iniziative anti-abortiste da parte dei membri della maggioranza. Una frequenza e un impegno così elevati fanno pensare che questo sia una vera e propria priorità per la compagine governativa di destra. La prima iniziativa, come di consueto all’inizio di ogni legislatura, a governo non ancora stabilmente insediato, parte da Maurizio Gasparri di Forza Italia, per chiedere il riconoscimento delle capacità giuridiche del concepito. La seconda, presentata dal capogruppo della Lega Massimiliano Romeo, per riconoscere il concepito come componente del nucleo familiare. La terza dalla senatrice di Fratelli d’Italia Isabella Rauti, chiedeva l’istituzione di una giornata per la “tutela della vita nascente“.
In questo ultimo tentativo di abolire il diritto all’aborto, sul modello dell’Ungheria di Viktor Orbán, Menia parla di “disciplina dell’intervento manipolatore dell’uomo nell’ambito della genetica”, come si legge su Il Sole 24 ore. Il suo obiettivo è quello di “dichiarare che ogni uomo ha la capacità giuridica in quanto uomo, cioè che la soggettività giuridica ha origine dal concepimento, non dalla nascita“.
Governo Meloni all’attacco della 194
Ignorando il linguaggio datato del senatore, che utilizza il termine “uomo” come sinonimo di essere umano, il testo di legge non attacca direttamente, ma mina i principi della legge 194 del 1978 della Repubblica Italiana, che ha disciplinato le modalità di accesso all’aborto. La 194 prevede infatti che ogni donna possa accedere all’interruaccesso all’aborto. La 194 prevede infatti che ogni donna possa accedere all’interruzione volontaria di gravidanza, in una struttura pubblica, nei primi tre mesi di gestazione e tra il quarto e il quinto mese per motivi di natura sanitaria e terapeutica. Queste iniziative anti-abortiste rappresentano una minaccia per il diritto alla scelta e alla salute delle donne e dimostrano una volontà da parte della destra di limitare i diritti individuali e di tornare indietro di decenni nella lotta per la parità di genere.
Enrico Caccin