Arriva il tempo dei saldi che a Padova prenderanno il via il 5 gennaio. L’ottimismo dai commercianti
A poche ore dalla partenza dei saldi invernali 2023 il presidente di Federmoda Confcommercio regionale e Federmoda Ascom Padova, Riccardo Capitanio, auspica un risultato positivo
“Al raggiungimento del 5% in più rispetto ai saldi invernali dell’anno scorso ci riterremo soddisfatti, al 7% molto soddisfatti, se poi dovessimo raggiungere la doppia cifra vorrebbe dire che il 2023 parte decisamente bene. Però la doppia cifra sarà veramente un traguardo arduo da raggiungere”.
“Una cosa è certa – continua Capitanio – e cioè che questi saranno saldi più utili alla liquidità piuttosto che ai guadagni, però vogliamo anche credere che siano una riprova della rinnovata fiducia che i consumatori ripongono con sempre maggiore frequenza nei nostri negozi orientati verso future strategie legate alla sostenibilità e all’innovazione“.
La spesa
A Padova e provincia, secondo l’Ascom Confcommercio, 2 su 3 delle 400mila famiglie, si dedicheranno allo shopping spendendo, mediamente, 140 euro per persona.
“Valutiamo in una cinquantina di milioni il volume d’affari – aggiunge il presidente di Federmoda Confcommercio Ascom – anche alla luce del buon risultato del Natale e, quest’anno, anche del Capodanno”.
Negozi di prossimità
“C’è poi un altro aspetto – aggiunge il presidente dell’Ascom Confcommercio di Padova e di Confcommercio Veneto, Patrizio Bertin – che ritengo sia utile sottolineare ed è il ritorno agli esercizi di prossimità. Per Natale, con successo, abbiamo riproposto la nostra campagna volta a “comprare sotto casa”. E’ un invito che ribadiamo anche in occasione dei saldi dal momento che i consumatori, nei nostri negozi, troveranno fiducia, cordialità, servizio, prova e consegna istantanea. E, ovviamente, in un periodo come questo di inflazione a doppia cifra, soprattutto prezzo”.
Trasparenza
C’è poi l’aspetto “trasparenza” sulla quale Confcommercio e Federmoda insistono da anni e che quest’anno si è tradotto in cinque principi base.
I cambi: la possibilità di cambiare il capo dopo che lo si è acquistato è generalmente lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme (d.lgs. 6 settembre 2005, n. 206, Codice del Consumo). In questo caso scatta l’obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo e, nel caso ciò risulti impossibile, la riduzione o la restituzione del prezzo pagato. Il compratore è però tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto.
Prova dei capi: non c’è obbligo. E’ rimesso alla discrezionalità del negoziante.
Pagamenti: le carte di credito devono essere accettate da parte del negoziante e vanno favoriti i pagamenti cashless.
Prodotti in vendita: i capi che vengono proposti in saldo devono avere carattere stagionale o di moda ed essere suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo.
Indicazione del prezzo: il negoziante ha l’obbligo di indicare il prezzo normale di vendita, lo sconto e il prezzo finale.