Pedemontana, prevista per metà febbraio l’inaugurazione del raccordo con la A27 all’altezza di Spresiano
Sarà l’anno della Pedemontana Veneta, una infrastruttura strategica non solo per il tessuto produttivo locale di un’area che da sempre rappresenta la locomotiva economica del Paese ma anche per le comunità urbane che potranno finalmente godere della riduzione del traffico che ad oggi grava sulle strade comunali e provinciali.
Pensata negli anni Novanta, avviata a metà del 2009 dal Commissario Straordinario Silvano Vernizzi (che aveva già realizzato un’altra opera strategica come il Passante di Mestre) la Superstrada Pedemontana Veneta è una infrastruttura viaria che attraversa la Regione nel territorio vicentino e trevigiano e si sviluppa nel contesto del Corridoio Europeo Mediterraneo (ex Corridoio n. 5).
Il tracciato è completato mancano i raccordi con le altre autostrade prossimi alle nuove aperture e poi gli oltre 90 chilometri di strada saranno a disposizione. L’esigenza di realizzare un asse che congiungesse le città sorte ai piedi delle Prealpi venete è emersa fin dagli anni ‘70 del secolo scorso, quando lo sviluppo socioeconomico – industriale dell’area pedemontana ha manifestato una crescente richiesta di mobilità. Bisogno cresciuto progressivamente con la graduale urbanizzazione della campagna veneta e con l’apertura delle frontiere verso l’est europeo, sino a rappresentare nei giorni nostri una vera e propria emergenza.
L’intervento riguarda il decongestionamento della conurbazione territoriale dell’area metropolitana del Veneto centrale, con la realizzazione di un by-pass complessivo dell’area centrale veneta e la creazione di un itinerario pedemontano in continuità, attraverso un raccordo autostradale che parte dalla A4 (Montecchio Maggiore), si collega con la A31 (tra Dueville e Thiene) e si chiude nell’A27 (all’altezza di Spresiano).
L’obiettivo primario della Pedemontana è superare il gap infrastrutturale costituito dall’attuale assenza di assi stradali ed autostradali adeguati nell’area pedemontana veneta, sia come servizio degli spostamenti locali di una delle aree più industrializzate del territorio nazionale, sia creando una alternativa ai traffici di attraversamento Est-Ovest.
Un’opera davvero di rilevanza nazionale che tranquillamente può essere annoverata tra le infrastrutture strategiche per attivare la competitività del Paese. Si inserisce nel sistema viario veneto come raccordo autostradale a pedaggio, realizzato e gestito in regime di concessione. L’obiettivo dichiarato, visto l’introito generato dai transiti, è raggiungere rapidamente quota 27 mila veicoli al giorno intercettando il traffico regionale e quello proveniente dal Friuli e diretto in A4 e viceversa.
Ad oggi sono aperti 80 km su 94, quindi si è in dirittura d’arrivo. Questo rappresenta un segnale importante anche in un’ottica economica. Basti pensare che, secondo le ultime elaborazioni dell’Ufficio di statistica della Regione del Veneto, l’incidenza della Pedemontana sul PIL regionale è pari all’1,39% per l’anno 2017 e all’1,36% per l’anno 2018, mentre sul PIL nazionale è pari all’0,13% sia per l’anno 2017 che per l’anno 2018.
A luglio scorso c’è stato il taglio del nastro del nuovo casello di Spresiano, di fatto il penultimo tratto di questa superstrada tanta attesa. Ora si attiva il countdown per il rush finale e finalmente risparmiare i tempi di percorrenza non sarà più una utopia. Resta solo il nodo tariffe che ci si auspica sia legato solo al contingente rincaro delle materie prime e dell’energia. (m.b.)