venerdì, 29 Marzo 2024
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Fusione Cavarzere-Cona, Aggio: “I soldi non comprano tutto”

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Il sindaco di Cona, Alessandro Aggio, dice no alla fusione con Cavarzere: “Il peso di Cona non sarà più determinante per nulla e tutto sarà nelle mani del territorio demograficamente più popoloso”

Se il sindaco di Cavarzere è a favore della fusione, per il sindaco di Cona Alessandro Aggio non si deve fare. “Ad oggi- dice Aggio – ci sono tutti gli strumenti per poter creare sinergie per lavorare più produttivamente senza perdere identità e, soprattutto, reversibili se all’atto pratico il matrimonio non funziona (penso a convenzioni di servizi o unioni). La fusione ha il pro che è l’unico strumento che fa arrivare fondi in più, ma ha il grosso contro di essere irreversibile. Una fusione è auspicabile quando i due (o più) comuni sono vicini, grossomodo sono di pari popolazione e, elemento essenziale, quando la volontà di “matrimonio” è un sentimento che nasce dalla base, dai cittadini, non deciso in una stanza per mere alleanze elettorali con un assessore che se non avesse strappato tale promessa si sarebbe candidato con una sua lista (parlo di Parisotto, attuale vicesindaco di Cavarzere). Cona e Cavarzere distano più di 7 km e l’unica spinta propulsiva alla fusione viene dal contributo statale di 20milioni di euro in 10 anni. Ma i soldi non comprano tutto”.

Aggio va nello specifico del problema. “Perché – sottolinea – dico che i due enti devono essere grossomodo di pari popolazione? Perché la destinazione dei fondi che arrivano in seguito alla fusione è decisa dal consiglio comunale del nuovo Comune. Ma se uno delle due anime è (come nel caso di specie) 5 volte più numerosa dell’altra, va di conseguenza che in consiglio comunale l’anima cavarzerana sarà 5 volte più corposa di quella conense, con relativo maggior peso al momento del voto delle delibere. Il peso di Cona non sarà più determinante per nulla e tutto sarà nelle mani del territorio demograficamente più popoloso. Oltre a questo voglio sottolineare come Cona sia storicamente più connessa con la saccisica. Ultima ragione: nella mia campagna elettorale non ho mai fatto cenno alla fusione, quindi non posso iniziare un passo così drastico senza un mandato popolare”.

Alessandro Abbadir