martedì, 28 Marzo 2023

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La scuola primaria di Boscochiaro Lombardo Radice e la scuola dell’infanzia Piccoli Angeli devono rimanere aperte

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La lotta dei genitori di Boscochiaro. Riportiamo qui una loro lettera.

Torniamo a parlare della scuola primaria Lombardo Radice e della scuola dell’infanzia Piccoli Angeli di Boscochiaro, dunque torniamo a parlare di futuro, di bambini, di valori.

Ormai da anni un gruppo di genitori ed in generale tutta la frazione si mobilita per tenere aperta la scuola. Anche quest’anno siamo qui, di nuovo, a porre l’attenzione sul nostro plesso che è rimasto l’unico al di fuori del centro di Cavarzere. Ormai dobbiamo fare i conti con i numeri esigui dei nuovi nati che, si sa, ogni anno vanno a calare…

Tuttavia, quello che ogni anno ci lascia basiti, è come, pur riconoscendo le spese e l’organizzazione che richiede una scuola, si preferiscano sempre adottare soluzioni che sempre di più mirano a scoraggiare le iscrizioni verso il plesso, anzichè, al contrario, incoraggiarle e dunque rendere fruibile appieno la nostra scuola. A volte si tratta di voci  – “ah ma tanto la scuola deve chiudere, meglio che iscrivi il bambino già da un’altra parte”; altre volte si tratta di informazioni che non vengono chieste a chi ne ha la competenza – “impossibile che venga organizzato un trasporto scolastico dal centro a Boscochiaro” – ma questo non lo dice il comune, unico incaricato a definire il percorso del trasporto scolastico.

Fatto sta che la realtà è un’altra e sono anni che la urliamo a gran voce: a Boscochiaro abbiamo due meravigliose scuole, una per l’infanzia e una primaria. Le nostre scuole sono aperte, funzionano bene e hanno spazi ed ambienti confortevoli, adeguati; le classi hanno un numero di allievi che permette un buon lavoro tra insegnanti e studenti.

Il problema dei numeri è tale solo se si vuole: se i bambini si iscrivono nelle nostre scuole, le scuole non rischiano di chiudere. Se il numero, e parliamo di scuola primaria, è inferiore al minimo per l’avvio di una classe, riteniamo fondamentale che il nostro istituto chieda la deroga e non perché il lavoro in pluriclasse crei problemi, ma sempre per uno sguardo al futuro, per tenere viva la scuola. Sappiamo che la nostra amministrazione ci sostiene (da anni viene finanziato il doposcuola e sono già stati attivati nuovi percorsi di trasporto scolastico) e dunque sollecitiamo anche bambini dal centro o altre frazioni a venire a Boscochiaro: gli spazi ci sono, le insegnanti, il servizio mensa e anche l’opportunità, unica in tutto il territorio, di poter usufruire di due pomeriggi ed eventuali tre facoltativi con doposcuola. La nostra dirigenza ha il dovere di attivare la classe prima e dare la possibilità di tenere viva la nostra scuola: chiuderla non è una vittoria, non è un sollievo in termini economici, ma sarebbe il più lampante fallimento per un istituto e un’amministrazione che non sono state in grado di credere nelle proprie potenzialità e di saper vedere oltre, sfruttando appieno le proprie risorse.

Non pensiamo che istituto e amministrazione vogliano questo: dunque chiediamo come sempre l’unione delle forze, la spinta verso la deroga, la possibilità, anche per chi sta in centro, di spostarsi verso Boscochiaro. Le famiglie hanno il diritto di poter scegliere, senza essere fuorviate da notizie non corrette o che spingono in direzioni che sono comode solo per qualcuno (ma non per le famiglie).

Proprio per dare un taglio a queste notizie, ecco la testimonianza, vera, di genitori che hanno i propri figli a Boscochiaro: “Stiamo decidendo del futuro dei nostri figli e della nostra società. La scuola è soprattutto l’ambiente dove i nostri figli crescono: incontrano le insegnanti, gli amici, ambienti che diventano propri. Ma sembra più facile spingere verso classi e plessi ammassati, che necessitano anche di ristrutturazioni: le nostre scuole offrono un ambiente vitale dove si respira e meritano rispetto per il servizio che offrono. I nostri figli vivono la scuola in un ambiente sereno, a contatto tra di loro, dove ci può essere comunicazione ed incontro, non frenesia né confusione. Noi vediamo il valore delle nostre scuole, nel nostro paese e dell’importanza di farle vivere: se qualcuno, soprattutto chi ha il potere di operare concretamente a sostegno dei nostri plessi, non se ne accorge, allora non sa guardare al futuro.

 

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