Sarà inaugurato lunedì 13 febbraio il Museo dell’Orto Botanico dell’Università di Padova. Un viaggio alle origini della botanica e della medicina
L’esposizione farà conoscere al grande pubblico dell’Orto la storia della botanica e dei suoi rapporti con la medicina, grazie al ricco patrimonio di erbari, semi e collezioni didattiche custoditi in secoli di ricerca e attività didattica, mostrando al pubblico un patrimonio finora appannaggio solo di ricercatori e studiosi.
Il complesso delle collezioni completa l’offerta culturale dell’Orto fondato nel 1545, sito Unesco unico al mondo, arricchendo il percorso di visita con la storia sia del luogo che della botanica padovana, a partire dal suo legame con la medicina e la farmacopea durante il Rinascimento.
“Il Museo botanico è una delle splendide eredità permanenti che la nostra Università offre, in occasione dei suoi ottocento anni, al territorio. La sua inaugurazione il 13 febbraio “- afferma la magnifica rettrice Daniela Mapelli – “chiuderà un anno ricco, emozionante e intenso di iniziative rivolte non solo alla comunità universitaria, ma a tutta la cittadinanza. Il Museo integra e rafforza l’offerta culturale e scientifica dell’Università, anche in vista dell’inaugurazione del Museo della Natura e dell’Uomo. L’Orto fondato nel 1545 continua così a essere un luogo di scambio e conoscenza, aperto al mondo“.
L’inaugurazione
Il visitatore ha così uno strumento in più per esplorare in autonomia l’Orto rinascimentale e il Giardino della biodiversità, comprendendone le origini e l’evoluzione. In modo coinvolgente e interattivo potrà conoscere le collezioni e scoprire come lo studio delle piante si sia evoluto nei secoli.
Con la Biblioteca, l’erbario di ricerca e il nuovo percorso espositivo aperto al pubblico, il Museo diventa un luogo in cui ricerca, didattica e divulgazione convivono.
“Si tratta di una inaugurazione importante, che prosegue sul solco di una piccola ‘rivoluzione copernicana’ per i musei universitari patavini– sottolinea Mauro Varotto, delegato della Rettrice per i musei e le collezioni universitarie – non più solo patrimonio ad uso esclusivo di studiosi e docenti, ma una ricchezza culturale a disposizione di tutti, accessibile, inclusiva e per di più in questo caso orientata ai temi della sostenibilità, in linea con la nuova definizione di Museo varata dall’ICOM lo scorso 24 agosto 2022 a Praga Si tratta di un investimento economico non indifferente per l’Ateneo, destinato a potenziare l’offerta culturale cittadina e a far crescere il capitale scientifico a disposizione della cittadinanza: solo così Padova potrà a buon diritto definirsi Città della Scienza”
Il Museo
Visitare il Museo è come entrare nel sancta sanctorum dell’Orto, dove conoscere i suoi protagonisti e scoprire ancora meglio il dialogo tra horti sicci e horti vivi, tra le geometrie rinascimentali dell’Orto antico, fondato nel 1545, le serre del Giardino della biodiversità inaugurate nel 2014 e il ricco patrimonio archivistico e librario conservato al primo piano dell’edificio nella nuova Biblioteca storica di medicina e botanica “Vincenzo Pinali e Giovanni Marsili”, frutto del trasferimento dei testi di medicina e anatomia della Biblioteca Medica “Vincenzo Pinali” Antica, che vanno ad affiancarsi alle preesistenti raccolte di libri e archivi della Biblioteca dell’Orto, evidenziando lo stretto nesso originario tra botanica e medicina.
«Il Museo valorizza la storia secolare dell’Orto. Nelle sue sale natura, scienza, arte e storia dialogano in maniera suggestiva e coinvolgente. Tra passato e presente, il percorso racconta le storie delle piante e delle persone che le hanno raccolte, studiate e insegnate nel corso dei secoli, facendo di Padova un crocevia di scienza e cultura. Oggi – sottolinea Elena Canadelli, responsabile scientifica del Museo botanico, storica della scienza e presidente della Società Italiana di Storia della Scienza – a l’Orto botanico ha un nuovo importante attore, che affianca e rafforza le attività del sito Unesco su più livelli, dalla ricerca storica e botanica alla didattica, alla possibilità per i visitatori di conoscere la storia dell’Orto e delle sue collezioni. Il risultato a cui siamo arrivati dimostra l’importanza e la forza di lavorare in sinergia, grazie a una valorizzazione integrata del patrimonio».
Il percorso museale
Il percorso museale del pianterreno continua così idealmente al piano superiore, in cui la conservazione del patrimonio si unisce alla sua valorizzazione attraverso una galleria di interattivi dedicati alla storia di queste importanti biblioteche e dei loro fondi librari.
Sempre al primo piano dell’edificio si trovano gli spazi di conservazione e studio dell’erbario riservati agli studiosi, insieme al resto delle collezioni del Museo non esposte al pianterreno e ad un’aula predisposta per le attività didattiche con le scuole.
La visita si snoda in un percorso ad anello di circa 100 metri di lunghezza a partire dall’ingresso che specchia l’Orto rinascimentale, in cui trova posto il tronco più antico conservato, quello dell’agnocasto, tra le piante coltivate nei primi anni di vita dell’Orto e noto fin dall’antichità come presunto rimedio per diminuire il desiderio sessuale. Ci si immerge così nelle tappe fondamentali della storia dell’Orto, a partire dalla sua fondazione nel 1545 fino al 1786, anno in cui Goethe lo visita e ne rimane affascinato durante il suo viaggio in Italia.
A seguire si sviluppa la collezione di erbari, che occupa l’intero corridoio settentrionale dell’edificio e racconta la fitta rete di scambi di piante e semi dell’Orto, sin dalle origini importante centro di introduzione e coltivazione di piante medicinali, alimentari e ornamentali da varie parti del mondo: tale storia viene annunciata dall’installazione Erbario assoluto, realizzata dallo studio artistico multidisciplinare fuse e ripercorsa attraverso alcuni esemplari originali delle collezioni di erbari.
Nella parte finale della galleria si lasciano gli exsiccata per immergersi nelle illustrazioni botaniche e anatomiche che hanno fatto la storia della botanica e della medicina in alcuni dei più preziosi volumi della Biblioteca storica di medicina e botanica “Vincenzo Pinali e Giovanni Marsili”.
Il percorso continua in una spezieria di fine Settecento, dove la strumentazione originale, le preparazioni e i farmaci che attraversano almeno tre secoli di storia della farmaceutica e della medicina si combinano con esperienze sonore e interattive.
A seguire ci si immerge in un’aula di fine Ottocento, imparando ad esercitare l’occhio, come gli studenti del passato, sulle collezioni botaniche didattiche di tavole parietali, semi, funghi e legni delle forme più diverse. Negli spazi del Teatro botanico recentemente restaurato si può assistere alla proiezione del film Goethe.
Nelle sale successive è possibile immergersi in esperienze interattive come quella della Botanica senza frontiere, in cui una mappa evidenzia i legami dell’Orto con il resto del mondo, attraverso le storie dei personaggi che sono entrati in relazione con questo luogo, o quella di Una storia illustrata della botanica e della medicina, in cui si ripercorre in 12 tappe, che comprendono anche Padova, la storia della medicina e della botanica occidentale, oppure il gioco finale che conclude la visita e sprona a indovinare le piante introdotte per la prima volta in Italia e i botanici padovani a cui ancora oggi sono dedicati interi generi di piante.