sabato, 20 Aprile 2024
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Piano di Riordino Territoriale Veneto: presentato oggi a Belluno e Treviso

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L’assessore regionale al Bilancio e alla Programmazione, Francesco Calzavara: “Coinvolti 223 sindaci in 21 incontri”

Si è concluso oggi a Belluno e a Treviso il giro di incontri sul territorio fissati per presentare il Piano di Riordino Territoriale (PRT) che, una volta conclusa la fase di raccolta delle osservazioni da parte dei comuni del Veneto, verrà adottato dalla Giunta regionale per acquisire poi il parere della prima commissione consiliare.

L’assessore regionale al Bilancio e alla Programmazione, Francesco Calzavara ha dichiarato: “Oggi a Belluno e a Treviso tiriamo le fila di un processo partecipativo che ha coinvolto, tramite workshop realizzati nella primavera scorsa, 223 sindaci in 21 incontri distribuiti su tutto il territorio regionale. Il giro delle 7 province che si concluderà domani a Venezia. A distanza di dieci anni dal primo Piano di Riordino Territoriale (PRT) approvato dalla Regione del Veneto, diamo una visione nuova e aggiornata del territorio. È emersa chiaramente la necessità di una semplificazione dei livelli di governance, non solo con riferimento all’esercizio di funzioni in forma associata ma anche per la più efficiente programmazione regionale in vari settori. Il nuovo PRT intende ribadire e riaffermare l’importanza della semplificazione dei livelli di governance individuando ambiti di riferimento prioritari ed ottimali per le funzioni di programmazione delle politiche regionali e l’esercizio associato delle funzioni”.

Approvato anche un disegno di legge per modificare le leggi regionali in materia di associazionismo, fusioni e IPA

Assieme al piano viene approvato un disegno di legge di iniziativa della Giunta regionale, che modifica le leggi regionali in materia di associazionismo, fusioni e IPA, nelle parti necessarie a dare attuazione alle proposte del PRT stesso. Un disegno di legge che abbassa anche il quorum di partecipazione ai referendum di fusione, che viene portato dal 50% al 30% degli aventi diritto al voto, con ulteriore ribasso laddove vi sia una alta percentuale di iscritti all’AIRE.

“Il PRT deve definire il processo di razionalizzazione dei livelli di governance in un’ottica di semplificazione, con l’individuazione della dimensione territoriale adeguata all’esercizio delle funzioni comunali e la costituzione di forme associative strutturate e stabili – prosegue Calzavara al termine dell’incontro a Belluno -.L’ambito ottimale verso cui indirizzare la semplificazione e razionalizzazione dei livelli di governance saranno gli Ambiti territoriali sociali, oggetto di una modifica normativa in corso che ne intende riconoscere personalità giuridica e strutturazione organizzativa. I gestori delle funzioni associate ed attori del sistema devono continuare ad essere le Unioni dei Comuni e le Unioni montane, al cui fianco la Regione si pone incentivando interventi che consentano un miglior esercizio del ruolo, preso atto delle difficoltà che negli ultimi anni si sono manifestate”.

“Puntiamo a una politica seria di incentivazione economica e premiale, basata su Unioni che si diano una stabile e duratura governance politica ed organizzativa, disincentivando scioglimenti e recessi anticipati basati su difficoltà di rapporti interpersonali e non su reali ragioni sistemiche – precisa ancora Calzavara a Treviso -. Accanto alle Unioni, dotate di personalità giuridica, sono previste le IPA, agenti dello sviluppo dei territori, a supporto dell’ambito ottimale di programmazione, e le Conferenze dei Sindaci, che dovranno affrontare temi specifici e ben delineati, attorno ai quali porsi come soggetto facilitatore di convergenze istituzionali e catalizzatore di proposte risolutive degli stessi”.

Le fusioni

L’Assessore è intervenuto anche sul tema delle fusioni, avviando un momento di seria riflessione basato su dati oggettivi tratti da banche dati e indicatori socio economici che l’Amministrazione pone a disposizione degli Enti locali. Da tali dati emerge che in uno scenario decennale, circa 130 Comuni veneti sotto i 10.000 abitanti avranno serie difficoltà ad erogare servizi efficienti sul proprio territorio. Per tali Comuni l’Amministrazione regionale intende sollecitare una profonda riflessione sul tema.

Viene confermata l’incentivazione finanziaria in questi anni erogata dalla Regione, ancorata a criteri premiali per le forme associative e le IPA che si strutturano nel rispetto dei criteri indicati dal PRT.

Norma di chiusura in materia è poi quella che prevede che in ogni bando regionale di settore che conceda contributi e/o incentivi agli Enti locali, venga attribuito un  punteggio premiale ai Comuni che fanno parte di Unioni o che sono il risultato di un processo di fusione.

“A cornice di una nuova stagione istituzionale, si pone necessario il ritorno dell’Ente Provincia, ente intermedio tra la programmazione regionale e la gestione degli Enti locali, ruolo che la stessa svolgeva prima delle riforme del 2014 – conclude Calzavara-. Un ruolo che sarà ancor più rilevante alla luce del processo di autonomia differenziata che la Regione del Veneto sta portando avanti sin dal referendum consultivo dell’ottobre 2017, nel rispetto del principio di sussidiarietà, senza voler creare un centralismo regionale, ma, all’opposto, con la volontà di valorizzare gli Enti intermedi”. 

Alcuni dati

  • dal 2013 al 2020 sono stati celebrati 25 referendum di fusione con il coinvolgimento di 63 comuni, l’istituzione di 12 nuovi comuni con la contestuale ‘estinzione’ di ben 29, dei quali la quasi totalità (28) sotto i 5.000 abitanti;
  • le principali forme associative, al 1° febbraio di quest’anno, sono 14 le Unioni di Comuni, 51 Comuni associati e 18 Unioni montane con 131 Comuni associati;
  • i comuni del Veneto attualmente sono 563 di cui 130 rischiano, nel medio periodo, di non riuscire ad offrire servizi adeguati, in termini di efficacia e efficienza, ai propri cittadini;
  • oggi, il 52% dei comuni ha meno di 5mila abitanti ed il 30% è sotto i 3mila abitanti.

 

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