giovedì, 28 Marzo 2024
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Superbonus, blocco acquisto dei crediti: “E ora migliaia di imprese edili rischiano di chiudere”

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Dure parole di commento da Cna Veneto, Ance Veneto e Confartigianato Imprese Veneto di fronte alla scelta del Governo di vietare l’acquisto dei crediti da parte di Enti, Comuni e Regioni

 Moreno De Col (Cna Veneto), Paolo Ghiotti (Ance Veneto), Roberto Boschetto (Confartigianato Imprese Veneto)
Moreno De Col (Cna Veneto), Paolo Ghiotti (Ance Veneto), Roberto Boschetto (Confartigianato Imprese Veneto)

Da volàno per la ripartenza, a tsunami: è la decisione presa dal Governo relativa al blocco imposto dal Governo dell’acquisto dei crediti derivanti dal Superbonus da parte degli enti locali si è aggiunto oggi un altro intervento che va a bloccare, nella misura fiscale, la possibilità di cedere il credito e di usufruire dello sconto in fattura. Un ulteriore macigno che rischia di portare a fondo imprese del comparto edile e proprietari.

Blocco crediti, Cna Veneto: “Così si porta un intero comparto al collasso”

“Oltre alla preoccupazione per la notizia sul blocco dell’acquisto dei crediti legati al Superbonus da parte degli Enti Locali, ci troviamo oggi dinanzi ad un altro grave provvedimento governativo che impedisce la possibilità di cedere il credito e di usufruire dello sconto in fattura – commenta il Presidente CNA Veneto, Moreno De Col –. L’acquisto di crediti da parte degli enti locali poteva essere un intervento di grande sostegno delle 5mila imprese della filiera delle costruzioni che con 500 milioni di crediti bloccati vendono in serio pericolo la loro sopravvivenza. Aggiungere ora a questo divieto anche il blocco del Superbonus nella possibilità di cessione del credito e dello sconto in fattura significa portare un intero comparto al collasso. È inaccettabile questo ulteriore blocco presentato in corso di partita, senza preavviso e che andrà a creare ulteriori contraccolpi negativi sui lavori che stanno per iniziare. Chiusure di questo tipo, ora che si stavano aprendo spiragli concreti di ripartenza per le imprese, rappresentano un enorme passo indietro per la ripresa, anche alla luce dei recenti dati sull’inflazione a +8.5% e degli aumenti dei costi energetici i quali, seppur in parte contenuti negli ultimi mesi dello scorso anno, sono comunque raddoppiati rispetto al 2021. Non possiamo che chiedere al Governo che riveda queste sue decisione e che si faccia carico con urgenza nel trovare una soluzione alternativa, poiché le imprese non possono pagare a carissimo prezzo l’aver rispettato una legge dello Stato”.

Blocco dell’acquisto dei crediti, Ance Veneto: “Il Governo sottovaluta il problema”

Della stessa idea il presidente di Ance Veneto, Paolo Ghiotti, che commenta duramente le recenti decisioni politiche: “Mentre la Regione e tutte le Camere di Commercio del nostro Veneto stanno cercando una sinergia per acquisire i crediti nei cassetti fiscali delle nostre aziende, il Governo studia l’introduzione di un divieto.Una norma da inserire nel decreto legge sul PNRR, che di fatto bloccherebbe la facoltà degli enti pubblici di acquisire crediti incagliati derivati dai Bonus Edilizi. Ricordo che stiamo parlando di 15 miliardi di euro, su 25.000 imprese e 130.000 operatori a rischio disoccupazione”.

“Il recente incontro di Ance Veneto con l’assessore regionale al Bilancio Francesco Calzavara aveva dato fiducia e certezze nella volontà di procedere con le acquisizioni dei crediti – afferma Ghiotti -. Ma ora i vertici del Ministero dell’Economia affermano che parte dei crediti acquistabili dagli enti pubblici sarebbero considerati voci di indebitamento e a rischio di possibile incostituzionalità. Un Governo che blocca le opportunità sottovalutando la portata del problema senza aver studiato forme alternative determinerà lo stop dei lavori, con gravissime conseguenze economiche e sociali. Una grave responsabilità politica, vista la consistenza del nostro settore da sempre linfa vitale dell’economia del Nordest”.

Ance Veneto ribadisce che la notizia si inserisce in un contesto di pregressa difficoltà del comparto. “Mi chiedo infine – conclude Ghiotti –: il Governo, dopo i divieti e i NO, troverà e proporrà la soluzione ai problemi che tale misura irrisolta sta creando alle aziende, ai cittadini e all’intera economia nazionale?”.

Confartigianato Imprese Veneto: “Migliaia di imprese rischiano di chiudere per mancanza di liquidità”

“La notizia che trapela nelle ultime ore – afferma il presidente di Confartigianato Imprese Veneto, Roberto Boschettoci lascia increduli e ci impone di pensare che non sia vera. Vorrebbe dire creare ulteriori situazioni di crisi finanziaria per le imprese e un problema di carattere “sociale” per quei committenti che hanno basato la fattibilità dei lavori sulla possibile cessione del credito. Se tutto ciò fosse vero, ci troveremmo con il problema irrisolto dei crediti incagliati a cui si aggiungerebbe una ingestibilità dei cantieri in corso ed un netto ritorno al 2019 quando gli interventi sulle case venivano realizzati solo da chi aveva disponibilità economiche per farlo”.   

“In questi ultimi giorni – prosegue -, abbiamo compreso come il possibile sblocco dei crediti fiscali incagliati dipenda anche dalla loro classificazione nel bilancio dello Stato. Non tanto dalla necessità di evitare le frodi, dunque. Infatti, in attesa che, ormai a giorni, si pronunci anche l’ISTAT su questa partita, intanto Mef ed Eurostat ci fanno capire come una nuova stagione come quella trascorsa, con aliquote altissime di detrazioni e compravendita libera dei crediti fiscali nascenti, è impensabile. Con ogni probabilità, si tradurrebbe in un aumento di debito pubblico. Di questo non possiamo che prenderne atto. Ma è anche vero -sottolinea- che per raggiungere gli obiettivi di transizione ecologica, non si potrà prescindere da percentuali di detrazione “accattivanti” almeno per gli interventi energetici e antisismici, per i quali concedere le cessioni a terzi. Non dimentichiamoci che la vera chiave di volta per la realizzazione di migliaia di interventi tra il 2021 ed il 2022, è stata proprio la possibilità di cessione del credito fiscale”.

“Purtroppo – prosegue il Presidente – il rovescio della medaglia è la difficoltà sempre più accentuata da parte delle imprese di cedere i crediti acquisiti. Da una riparametrizzazione delle ultime stime nazionali, in Veneto potrebbero esserci un miliardo e 400 milioni di euro incagliati “in pancia” a migliaia di imprese che rischiano seriamente di chiudere per mancanza di liquidità”.   

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