Marcato: “Un intervento su cui, come Regione del Veneto, abbiamo creduto immediatamente investendo oltre 4 milioni di euro con la Legge Speciale di Venezia che da 11 anni ormai non è finanziata a livello nazionale”
Continua la riqualificazione ambientale lungo il basso corso del fiume Draganziolo, nell’area denominata “Oasi” di Noale. Nella giornata di ieri l’inaugurazione del secondo stralcio dell’opera, realizzata dal Consorzio di Bonifica “Acque Risorgive”, per la riduzione dei nutrienti versati nella Laguna di Venezia.
“La Regione del Veneto scommette sull’ambiente e adotta interventi mirati per la sua salvaguardia. E’ un giorno di festa grazie all’inaugurazione dell’Oasi di Noale: oggi sono qui per sottolineare il patto e l’attenzione che la Regione del Veneto ha nei confronti di realtà come questa. Parlo di un intervento importantissimo a favore del nostro territorio perché è finalizzato a non inquinare la laguna di Venezia, che sappiamo essere patrimonio dell’Umanità. Un intervento su cui, come Regione del Veneto, abbiamo creduto immediatamente investendo oltre 4 milioni di euro con la Legge Speciale di Venezia che da 11 anni ormai non è finanziata a livello nazionale. E’ tempo pertanto di finirla coi proclami per salvaguardare l’ambiente e passare ai fatti con gli adeguati finanziamenti”. Sono le parole che l’assessore regionale veneto per la Legge Speciale per Venezia, Roberto Marcato, ha espresso a margine della inaugurazione.
“Desidero sottolineare che abbiamo un dovere morale, prima ancora che politico e amministrativo, – ha aggiunto Marcato – di preservare queste realtà ambientali così uniche e preziose. Ed è il motivo per cui abbiamo voluto investire in questo progetto, perché era giusto farlo. Un progetto complesso che oggi ci viene restituito e possiamo ammirarlo in tutta la sua bellezza grazie al lavoro e alla dedizione di quanti si sono impegnati incessantemente e a cui rivolgo il mio grazie e quello di tutti i veneti”.
La storia dell’Oasi inizia nel Secondo Dopoguerra, quando l’area era stata destinata a zona di estrazione dell’argilla per rifornire la vicina Fornace Cavasin. A seguito dell’abbandono delle pratiche di scavo, nei primi anni Settanta del Novecento le cave, alimentate dall’acqua piovana, da quelle di falda e da quella proveniente dal Rio Draganziolo, si sono trasformate in stagni di profondità variabile, da alcuni decimetri a qualche metro.
Dopo un primo stralcio di interventi, realizzato all’incirca una quindicina di anni fa e già finanziato a valere sulla Legge Speciale per Venezia, il Consorzio di Bonifica “Acque Risorgive” ha presentato, nel 2015, domanda di attivazione della procedura di Valutazione d’Impatto Ambientale per il secondo stralcio degli interventi, con contestuale approvazione e autorizzazione del progetto definitivo degli stessi. Tale progetto definitivo è stato approvato dalla Giunta regionale con Deliberazione n. 844 del 7 giugno 2016.
Il secondo stralcio del progetto ha consentito di creare un unico sistema di bacini in un’area a sinistra del Rio Draganziolo per la creazione di un’area umida finalizzata alla fitodepurazione delle acque derivate dal Draganziolo stesso e la realizzazione di manufatti e paratoie realizzati attraverso tecniche che hanno ridotto al minimo l’impatto ambientale degli interventi.
L’Oasi di Noale è un’area naturalistica di circa 38 ettari, fruibile da tutti i cittadini, che abbraccia il corso del Rio Draganziolo per un tratto di oltre 1,5 km e che viene alimentata dalle acque del fiume stesso. Le valenze di questo sito sono molteplici: oltre a contribuire alla sicurezza idraulica del territorio, sarà in grado di ridurre il carico inquinante in arrivo alla Laguna di Venezia, costituendo allo stesso tempo un’area umida in grado di abbattere le concentrazioni di azoto e fosforo attraverso l’impiego di tecniche di fitodepurazione. Quest’ultimo, in particolare, costituisce lo scopo principale dell’Oasi.
“Questo intervento – ha concluso l’assessore – rappresenta per Noale un fiore all’occhiello, sia in termini idraulici che naturalistici. L’Oasi è infatti un sito di interesse comunitario che, grazie alla qualificata opera del comitato WWF a cui è affidata la gestione, richiama l’interesse di appassionati e scolaresche per la presenza di specie rare di fauna e flora, alcune delle quali ormai rare, come ad esempio l’Airone rosso, specie in declino in tutta Europa, che qui trova un luogo ideale per la nidificazione”.