venerdì, 2 Giugno 2023

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Da Porto Viro al Madagascar per salvare le risaie: la storia di Angelo Bellan

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La risaia è a coltura per il 30%, e dall’analisi degli interventi si è visto come il terreno possa essere portato al 100% di coltivazione

Il tecnico portovirese Angelo Bellan si è recato tre settimane in Madagascar a valutare il progetto di una risaia avviata grazie all’aiuto del Gruppo Missionario San Giusto. Bellan è tornato a Moroway a novembre, dopo una prima esperienza nel 2019, valutando la situazione con i missionari responsabili, lavorando al livellamento dei terreni, e pianificando gli interventi ai quali dare precedenza per lo sviluppo del progetto. “Prevediamo che ci sarà un primo, piccolo raccolto già a nel 2023 – ha spiegato Bellan –. Continueremo a portare avanti questo progetto, importante per i ragazzi e i bambini che ogni giorno mangiano e vengono accolti alle mense salesiane. Nel 2019 mancavano l’acqua e i mezzi agricoli; da allora è stato scavato un pozzo artesiano profondo circa 140 metri dal quale fuoriesce tuttora la quantità d’acqua per la risaia e sono stati acquistati i mezzi agricoli necessari per la risicoltura con il finanziamento della Fondazione Cariparo. Siamo ora alla terza fase, quella della coltivazione, ma a causa del Covid abbiamo dovuto attendere ad andare sul posto per la consulenza tecnica”.

La risaia è a coltura per il 30%, e dall’analisi degli interventi si è visto come il terreno possa essere portato al 100% di coltivazione. “Dobbiamo trovare i finanziamenti per creare un invaso di deposito dell’acqua ed allestire un centro agricolo per il ricovero dei mezzi, un’aia di circa 200mq per l’essiccazione e la brillatura del riso con una famiglia malgascia che provveda alla guardia e alla manutenzione. Infine l’idea, da proporre alla Fondazione, di una scuola agricola di risicoltura biologica ecosostenibile all’interno della base logistica, per far apprendereai ragazzi malgasci una corretta coltivazione del riso e l’uso più opportuno dei mezzi agricoli”.

Il Madagascar è uno dei paesi più poveri del continente nero e una visita in terra d’Africa non può che lasciare il segno, come conferma il volontario portovirese: “Ho trovato una situazione buona per quanto riguarda la conduzione della risaia da parte dei salesiani ma per le strade ho visto la solita povertà e miseria, tanti bambini e ragazzi bisognosi di tutto ma soprattutto di cibo, di scolarizzazione e di avviamento ad un’attività professionale come fabbro, muratore, falegname ed ora speriamo anche agricoltore. Ho avuto anche dimostrazione che le opere salesiane sono le maggiori risorse per la povera gente. Tutto il Madagascar è molto carente di strade, scuole, ospedali, energia elettrica e acqua potabile nelle case; si dorme su pagliericci di foglie senza pavimento, senza frigorifero e senza bagno. L’educazione e l’insegnamento di un lavoro sono aiuti concretiper la fine dello sfruttamento dei bambini analfabeti: più saranno quelli che i salesiani tolgono dalla strada e migliore sarà la vita nel mondo”.

Fabio Pregnolato

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