Il sindaco di Fratta, Giuseppe Tasso ha già proclamato il lutto cittadino per Adam, non appena si saprà la data del funerale.
“Sono sconvolto e senza parole per la morte di mio figlio Adam, che avrebbe compiuto 5 anni la prossima settimana, per la precisione giovedì 30 marzo”. Abdelhadi El Bouhali, padre del bambino marocchino morto annegato nel canale Adigetto a Fratta Polesine, nella sera di mercoledì 22 marzo, non sa darsi pace.
“Da qualche tempo mi trovo a casa in convalescenza, in quanto ho subito un paio di interventi chirurgici. Mio figlio durante tutto questo tempo si era abituato a starmi sempre vicino – racconta Abdelhadi El Bouhali, dalla casa di Ramedello, frazione di Fratta, dove vive con la sua famiglia dal 2016 – Quando è successa la disgrazia mi trovavo in giardino, seduto, in quanto avevo male allo stomaco, visto che ho ancora i punti di sutura del recente intervento chirurgico. Adam era vicino a me. Poi tutto d’un tratto l’ho perso di vista. L’ho subito cercato in strada e nel vicino bar, ma non lo trovavo. Ho quindi allertato i carabinieri, prima di farmi aiutare da mio fratello Rashid, che si è diretto verso il canale. Non vedevamo nulla, fino a quando, dopo diversi minuti, è apparsa una ciabattina di mio figlio. Solo allora, Rashid si è tuffato in acqua per cercare di recuperare il corpo di Adam, che però non riusciva a vedere. La corrente lo aveva infatti già portato circa un chilometro più in là”.
Questa mattina nella piccola Ramedello era tutto un via vai di famiglie marocchine, giunte anche dalla vicina Villanova del Ghebbo, che hanno voluto raggiungere gli amici, per dargli il loro conforto e vicinanza in questo momento a dir poco drammatico. Il sindaco di Fratta, Giuseppe Tasso ha già proclamato il lutto cittadino per Adam, non appena si saprà la data del funerale. Il bambino frequentava l’asilo, dove giusto martedì si era celebrata la Festa dell’Albero.
Tasso svela un piccolo ricordo di Adam: “Nel primo giorno di primavera, ero alla scuola per l’infanzia, con i bambini, e il piccolo insieme agli altri, si è reso protagonista di alcune iniziative a tema”. L’abitazione della famiglia El Bouhali, si trova giusto a ridosso del canale Adigetto, dove tra l’altro avevano già perso la vita nel recente passato, prima un ragazzo 15enne e poi un anziano 80enne.
Nello stesso punto altre tragedie
L’estate scorsa, nello stesso punto dove i sommozzatori dei vigili del fuoco di Rovigo, hanno recuperato alle 23.30 il corpo senza vita di Adam, ossia in una chiusa quasi in prossimità di Costa di Rovigo, era stata trovata una parte del corpo di Shefki Kurti, il pensionato albanese di 72 anni, residente a Badia Polesine, ucciso, fatto a pezzi e gettato nell’Adigetto a Villafora, dalla moglie. Nel corso delle ore, in cui si sono tenute le disperate ricerche, la comunità marocchina presente sul territorio si è riunita con decine di persone in uno stretto abbraccio al padre e all’altro figlio di 10 anni, che sono rimasti fino alla fine sulla sponda del canale. La madre, invece, chiusa nel suo dolore è rimasta nella propria casa. Sul posto, per i rilievi del caso, sono giunti questa mattina, prima i carabinieri di Fratta e poi quelli di Rovigo. La morte del bambino, che ha sconvolto l’intero Polesine, ha finito con il richiamare l’attenzione delle telecamere della nota trasmissione televisiva della Rai, “La vita in diretta”, giunta sul posto per le interviste di rito.
Zaia: “Abbiamo sperato fino all’ultimo”
“Adam non ce l’ha fatta. Un dolore terribile, che provo assieme a tutta la comunità veneta. Mi unisco in un forte e solidale abbraccio alla mamma e al papà, a tutta la famiglia, agli amici, a tutti coloro che in soli 4 anni di vita lo hanno amato e apprezzato. A volte la vita ci mette di fronte a prove difficili, se non impossibili, da accettare”.
Con queste parole il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, esprime il suo cordoglio per la morte del bambino di quattro anni, Adam El Bouhali, nel fiume Adigetto a Fratta Polesine (Rovigo).
“Grazie ai vigili del fuoco e ai carabinieri, che hanno svolto con impegno e abnegazione il loro lavoro, impegnati per tutta la notte nelle ricerche del bambino”, conclude Zaia.
Ruggero Principe