martedì, 19 Marzo 2024
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La pesca punta sulla sostenibilità: “Azioni concrete e fattibili”

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Saranno presentati lunedì prossimo gli esiti di “BLUE COAST AGREEMENTS 2030”, il Progetto di Cooperazione Interterritoriale fra 11 FLAG (Fishing Local Action Groups) in partenariato per promuovere la realizzazione degli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU in sette Regioni italiane.

Laura Mosca, responsabile dei progetti di cooperazione per il FLAG GAC Chioggia Delta del Po

Laura Mosca, responsabile dei progetti di cooperazione per il FLAG GAC Chioggia Delta del Po, possiamo già anticipare qualcosa?

“Per prima cosa, si tratta di un progetto di cooperazione interterritoriale e quindi di scala nazionale, tra 11 Flag italiani. È un partenariato importante, in termini di numero e di territori e portatori di interessi coinvolti. Lunedì prossimo in un convegno presenteremo gli esiti del progetto e li discuteremo insieme. Saranno ovviamente presenti anche le istituzioni: ci  sarà l’assessore regionale alla Pesca Cristiano Corazzari, che ci ha sempre accompagnato in questo tipo di progetti, e il presidente della Commissione Pesca al Senato Luca De Carlo”.

Di cosa si occupava il progetto?

“Il tema è l’individuazione di  azioni pilota per mettere a terra su scala locale i 17 obiettivi di sostenibilità dell’Agenda 2030 dell’Onu nell’ambito della blue economy. E questo a partire dall’obiettivo 14 che è quello che interessa la vita sotto i mari, di nostra diretta competenza, passando da quello della lotta al cambiamento climatico a quello riguardante la gestione dell’acqua, così come obiettivi a carattere più socio-economico ma anche culturale. È stata per noi davvero una sfida: sono stati individuati cinque indirizzi strategici che afferiscono ai diversi ambiti tematici, dalla formazione alla gestione dei rifiuti alle energie alternative, abbiamo prodotto un catalogo delle possibili azioni e ne state individuate 11 – una per ogni FLAG – che rappresenta un po’ l’azione bandiera, quella che più rappresenta il territorio”.

Possiamo dire qual è quella del Flag Chioggia Delta del Po?

“È un’azione di governance, che si declina in tante attività concrete. Si tratta della costituzione di una ‘blu community’, che sperimenti gli obiettivi della ‘strategia della stella marina’. Gli ambiti di intervento sono vari, dalla raccolta dei rifiuti alla decarbonizzazione, a iniziative di formazione e sensibilizzazione”.

In cosa consiste la missione stella marina?

“Si ispira alla forma della stella marina con le cinque punte che rappresentano cinque grandi obiettivi trasversali che contribuiscono a ripristinare la qualità delle acque dei mari oltre che la biodiversità, favorendo però anche le attività produttive compatibilmente con le questioni ambientali.

E’ una graphic novel dedicata dedicata ad alcuni dei contenuti scientifici sviluppati nel corso del progetto Blue Coast Agreements 2030 ed è stata realizzata da Giulia Boari. La scelta narrativa è stata quella di voler raccontare, in froma accessibile e attraverso l’utilizzo di un linguaggio fruibile ad un pubblico più ampio di utenti e non esclusivamente ai non addetti ai lavori, alcuni dei temi che hanno guidato il progetto nella dimensione della tutela della risorsa marina e degli obiettivi di carattere ambientale dell’Agenda 2030

Il titolo e il tema della graphic novel sono ispirati ad alcuni dei materiali presentati agli studenti durante lo svolgimento del programma educativo “Il mare in classe”.

A questo proposito, molte sono le sfide per il settore della pesca, in primis quella dei cambiamenti climatici. Che ruolo può avere il FLAG?

“L’appuntamento di lunedì ci permetterà di approfondire anche questo aspetto e di raccontare la nostra esperienza e l’operatività del FLAG, che di fatto è un importante supporto al settore per le iniziative che può avviare in maniera diretta e attraverso questo tipo di progetti, che consentono lo scambio di buone pratiche”.

Quanto è importante la cooperazione tra FLAG diversi e la connessione di esperienze a livello nazionale?

“È fondamentale, perché questi progetti consentono di entrare nel vivo dei diversi territori, di portare il proprio bagaglio e di assimilare quello delle altre realtà. Quindi lo scambio di buone pratiche e di conoscenze è fonte di vita per i FLAG. Non sempre è facile cooperare, perché c’è tutta una parte amministrativa da gestire e questa è stata una sfida importante perché abbiamo gestito un partenariato molto numeroso. Ma abbiamo capito che i FLAG hanno un ruolo fondamentale proprio nel farsi portavoce e vettore delle esigenze di un territorio. Abbiamo poi fatto un percorso di ascolto con i ragazzi delle scuole di formazione che è stato importantissimo e che ci ha permesso di incontrare e formare 30 insegnanti e trecento studenti”.

Sono tutte azioni molto concrete dunque, partendo dall’ascolto.

“Assolutamente. Abbiamo cercato di dare anche concretezza e strumenti ai territori per non rischiare di elaborare un progetto che restasse sulla carta. Infatti ache la fattibilità è un criterio di sostenibilità di cui abbiamo tenuto conto. Lo strumento operativo che abbiamo adottato è stato il contratto di costa, che nasce dal contratto di fiume e consiste in un percorso di programmazione negoziata per mettere insieme diversi attori e, attraverso la discussione e la condivisione, trovare un sistema di regole per la gestione integrata delle risorse territoriali a partire da quella prioritaria che nel nostro caso è l’acqua di mare”.