Sabato 25 e domenica 26 marzo si rinnova l’appuntamento con le “Giornate FAI di Primavera”: tra i luoghi visitabili in città anche la Scuola del Santo e la Pontificia Biblioteca Antoniana
Le Giornate FAI di Primavera del 25 e del 26 marzo 2023 sono arrivate alla 31a edizione. Alcuni tra i luoghi più interessanti, tra gli itinerari tematici, tra i luoghi insoliti tra arte, natura, storia e tradizioni, saranno eccezionalmente visitabili.
L’iniziativa rappresenta il simbolo di una vocazione collettiva che anima l’Italia: quella per la cura e la valorizzazione del proprio patrimonio culturale.
“ Le giornate FAI non sono solo un’opportunità per scoprire luoghi interessanti normalmente non accessibili, ma sono anche un momento importante di raccolta fondi destinati a sostenere le attività dell’ associazione: tutelare, curare promuovere e condividere il patrimonio artistico del nostro Paese. – ha commentato Mirella Cisotto , Capo Delegazione FAI Padova – E’ chiaro quindi che per mantenere i beni che il FAI ha acquisito dal 1975 ad oggi, che sono ben 71 in tutta Italia, ci vuole un impegno enorme sia dal punto di vista delle persone che se ne occupano, sia per lo studio, il restauro e la gestione, ma anche da un punto di vista economico. Tutti i musei, anche quelli statali e comunali, non si reggono da soli, con il semplice introito del biglietto di ingresso, per cui per continuare a mantenere in ottimo stato i beni FAI, è veramente importante la partecipazione di tutti. Per fortuna gli iscritti sono tantissimi, e io spero che crescano ancora, perché non solo questo ci aiuta concretamente, ma mostra anche come il cittadino possa essere partecipe di questa grande operazione di conservazione e promozione del nostro patrimonio culturale, storico e artistico”.
Sono sette le aperture a Padova: i Giardini dell’Arena, Villa Pesavento e fattoria didattica, la Biblioteca Antoniana e la Scuola del Santo, L’Archivio e lo Studio di Alberto Biasi, Il nuovo Centro Congressi della Fiera, la Fabbrica Ruffatti
“L’azione del FAI in questi ultimi 30 anni è stata fondamentale per portare al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica i nostri beni culturali, grazie a un approccio innovativo che si basa su un postulato: un bene culturale importante, è tanto più importante quanto più è conosciuto, amato e visitato dai cittadini. Senza questo presupposto, il patrimonio culturale è statico. – ha commentato l’Assessore alla cultura Andrea Colasio – Ha sottolineato con forza, cosa che facciamo anche noi in Comune da molti anni, come il patrimonio culturale sia elemento identitario di una comunità. In questo modo il patrimonio culturale diventa oltre che vettore dell’identità di una città o di un territorio, anche vettore di promozione turistica e di commercio. E il progetto presentato dal FAI quest’anno è veramente affascinate a partire dal coinvolgimento di un artista padovano, di rilievo internazionale quale è Alberto Biasi”.
Giardini dell’Arena
I visitatori potranno conoscere la storia e le peculiarità dei Giardini dell’Arena, i principali giardini pubblici della Città, collocati lungo il rettifilo che dal cuore di Padova porta alla Stazione. Giardini che i Padovani visitano quotidianamente ma di cui pochissimi conoscono storia e caratteristiche.
Si partirà dall’anfiteatro romano, che si trova al loro interno, realizzato in età augustea e di cui si possono vedere ancora alcuni resti. A pianta ellittica, si basava su potenti fondazioni in impasto cementizio e presentava nel suo prospetto esterno un portico perimetrale di 80 arcate a due ordini . Verrà ricordata la storia della Cappella degli Scrovegni e del palazzo Delesmanini che sullo spazio dell’arena si affacciava prima che vi subentrassero gli Scrovegni, per passare poi alla parte più moderna, con considerazioni sulla posizione urbanistica e sulle modalità con cui i giardini sono stati progettati agli inizi del 900, dall’ing. Alessandro Peretti dell’Ufficio Civico dei Lavori Pubblici con la collaborazione e consulenza del cav. Santo Rigamonti, esperto di giardini. Attenzione verrà data anche ai diversi monumenti/sculture presenti e all’aspetto botanico, mettendo in rilievo il tipo di piante e vegetazione presenti.
Saranno effettuate anche visite in lingua inglese e grazie ai componenti del Gruppo FAI ponte tra culture, nel pomeriggio del sabato, visite in lingua araba (ore 17), in iraniano (ore 15.30), in ucraino (ore 16), in russo (ore 17,15), in greco (ore 18). Per i genitori che non vogliono perdere questa opportunità e vogliono venire con loro bambini sono previsti laboratori creativi per bambini dai 3 ai 5 anni, e dai sei agli 8, a cura dell’associazione Kervan. Solo su prenotazione
Un grazie particolare va al Comune di Padova e alle Associazioni Giardini dell’Arena che hanno pienamente collaborato e supportato la Delegazione nella realizzazione di queste giornate ai giardini.
“Queste due giornate sono delle opportunità fondamentali per i cittadini di scoprire luoghi che non vengono solitamente aperti, e messi a disposizione. E questa opportunità ha una grande valenza culturale. – ha sottolineato Antonio Bressa Assessore al verde e all’agricoltura del Comune di Padova – Come Comune abbiamo collaborato con il FAI per agevolare la conoscenza di un luogo che è molto noto, cioè i Giardini dell’Arena, ma che attraverso queste giornate possiamo scoprire fino in fondo svelando aspetti storici e culturali poco noti, anche allargando la visita anche all’area dell’ antica Arena Romana che normalmente non è accessibile al pubblico. Ci sono poi altri appuntamenti interessanti ma spendo una parola in più per il Centro Congressi della Fiera perché questa è stata un’operazione che ha saputo coniugare il valore culturale e architettonico dell’opera con il valore economico per la città alla quale sta dando grandi soddisfazioni. Quindi grazie alle Giornate FAI riusciamo a meglio divulgare l’importanza di questo edificio per la città”.
Scuola del Santo e Pontificia Biblioteca Antoniana
Si potranno visitare inoltre la Scuola del Santo e la Pontificia Biblioteca Antoniana, parte integrante del vasto complesso monumentale di Sant’Antonio, che si sviluppa nella zona meridionale del centro storico di Padova. La Scuola del Santo, che venne realizzata dall’Arciconfraternita nella seconda metà del XV° secolo, si affaccia su Piazza del Santo mentre la Pontificia Biblioteca Antoniana è custodita all’interno del complesso monumentale, con accesso dal chiostro principale.
La Scuola del Santo custodisce preziosi affreschi rinascimentali che narrano vita e opere di Sant’Antonio tra cui alcune opere giovanili di Tiziano Vecellio. La Pontificia Biblioteca Antoniana è caratterizzata dal grande spazio centrale risalente al XVI° secolo e conserva un preziosissimo patrimonio librario e un inestimabile archivio musicale, ai più sconosciuti, che i visitatori, proprio grazie a questa visita potranno scoprire. Visite sabato e Domenica dalle 9.30 alle 17 ultimo turno.
Archivio storico di Alberto Biasi
Un altro sito straordinario e aperto eccezionalmente al grande pubblico del FAI è l’Archivio storico Alberto Biasi, sito in via Sorio 29, che permetterà l’incontro con l’opera di uno degli indiscussi protagonisti dell’arte contemporanea del dopoguerra. Inoltre si comprenderà cosa significa creare un archivio di storia recente, collegato all’arte e a uno dei fenomeni artistici più importanti verificatisi proprio nella nostra città. Nato a Padova nel 1937, Alberto Biasi è considerato uno dei protagonisti dell’arte del secondo dopoguerra. L’edificio che contiene l’archivio si sviluppa su tre piani che ospitano al piano terra l’atelier, al primo e al secondo l’Archivio Storico e parte della collezione privata.
“Molti credono che io abbia messo in piedi un atelier invece che un archivio, e invece mi sono reso conto che essendo diventato un po’ vecchietto, le mie performance lavorative tendevano a calare e quindi mi sono limitato a tenere solo un piano dell’edificio come studio e dedicare il primo piano ad archivio storico. – Alberto Biasi, cofondatore del Gruppo N – In realtà, io avevo conservato molti materiali in tanti anni, perché sono sempre stato, fin dall’inizio, assieme ad Alfredo Massironi, quello che si è dedicato alla conservazione del materiale, delle cose fatte e soprattutto di tutto quello che è era stato pubblicato sul tipo di arte che noi del Gruppo N facevamo. Però era tutto accatastato. Qualche tempo fa grazie all’interessamento di Guido Bartorelli – Coordinatore della Biblioteca di Storia delle Arti visive e della Musica dell’Università di Padova che mi ha mandato delle stagiste ho cominciato a lavorare su questi mucchi di materiali e abbiamo fatto una sistemazione di tutti questi reperti e documenti. In questo archivio c’è tutta la storia del Gruppo N ma anche la storia di tutte le mostre ed esposizioni che ho fatto poi io da solo negli anni.”.
La coesione tra lo spazio della memoria e quello della creazione, quindi del presente, si identifica nella scelta di aver creato un continuum tra l’archivio e il laboratorio, dove ancora oggi si opera sulla materia e si realizzano nuovi lavori del Maestro, che potranno essere così conosciuti ed ammirati. Tutto questo sarà vissuto da piccoli gruppi di visitatori, guidati da alcuni studenti del corso di Arte contemporanea, Università di Padova, e, per alcuni turni, dallo stesso artista, straordinariamente disponibile. L’artista sarà presente. Tutte le visite saranno con prenotazione dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 17. L’ultimo turno delle 17, sia sabato che domenica, sarà un evento speciale perché si sarà accompagnati dall’artista.
Padova Congress
Nel 2022 è stato inaugurato il nuovo centro congressi della Fiera di Padova che viene a sostituire il vecchio Palazzo delle Nazioni, pur mantenendo il portale scultoreo, e che per la prima volta. Con il FAI, viene aperto al grande pubblico.
L’edificio progettato dall’architetto Kengo Kuma va a citare la storia della città e dei precedenti architettonici dell’interno della fiera. I portici tipici della città sono richiamati in facciata dal colonnato ritmico in legno, che definisce uno spazio coperto sui fronti del corpo edilizio, bianco e vetrato. Il modello ideale è il medioevale Palazzo della Ragione, che viene citato anche nell’utilizzo di un reticolo di brise soleil che rimanda alla cupola del palazzo medievale.
“Ringrazio il FAI per aver inserito il Centro Congressi, tra i sette luoghi che saranno protagonisti di queste Giornate di Primavera, perché di solito queste strutture sono viste solo per il loro ruolo economico. – ha aggiunto Nicola Rossi, Presidente di Padova Hall – E in effetti lo sono, con una ricaduta importante sul territorio, ma questo Centro Congressi, che io definisco il più bello in Italia è anche altro: insieme con la “Nuvola” di Roma e una delle uniche due strutture in Italia progettate da un’archistar. Questo edificio è un’opera d’arte, che guarda alla cultura giapponese ma la proietta nella nostra cultura riprendendo ad esempio il segno del porticato, attraverso questi setti in legno che ti portano all’interno, ma che separano dallo spazio circostante, con una funzione di passaggio analoga a quella dei nostri portici. Ecco quindi che l’opportunità che il FAI ci ha offerto, ci consente di raccontare meglio alla nostra città l’importanza architettonica, tecnica ed economica di questo nuovo edificio”.
All’interno gli spazi vengono continuamente ridefiniti attraverso l’applicazione della tecnica giapponese dell’engawa, che con l’utilizzo di pannellature mobili dà vita a spazi flessibili e in continuo mutamento. Il nuovo centro congressi è l’ultimo pezzo di una storia, quella della Fiera Campionaria, che nasce a Padova più di 100 anni fa e che ha avuto una grande importanza nella storia economica e sociale della città. Durante le Giornate FAI i visitatori avranno modo di ripercorrere il passato storico della Fiera Campionaria, fino ad arrivare al contemporaneo, vedendone l’evoluzione in un’opera architettonica firmata da uno degli architetti più significativi del nostro tempo. Visite sabato e domenica dalle 10 alle 12.30 e dalle 14 alle 18.
Villa Pesavento e Fattoria Lungargine
Altro appuntamento di estremo interesse è quello Villa Pesavento e Fattoria Lungargine, residenza del XVII secolo, sita nel quartiere Brusegana, alla confluenza del canale Brentella con il Bacchiglione, che conserva la sua vocazione agricola mantenendo l’ampio giardino a pianta circolare e alcuni campi limitrofi utilizzati per le numerose attività colturali e di allevamento svolte dalla annessa fattoria didattica collocata negli spazi delle originarie stalle e barchessa.
Il complesso è costituito da una villa padronale, con giardino e parco chiusi da mura e recinzione, e da adiacenze gravitanti su una corte; il tutto si affaccia a sud direttamente sul canale Brentella, lungo il quale avveniva il trasporto di uomini e masserizie. La collocazione della Villa è infatti da inserirsi nel più ampio panorama dell’idrografia padovana.
Il blocco centrale della Villa è a due piani, con portone di ingresso contornato da pietra di Vicenza, sovrastato da un poggiolo con balaustra a colonne della stessa pietra. Due ali laterali a leggero semicerchio creano un suggestivo effetto scenografico. Il giardino è motivo di grande interesse, sia per l’originale pianta circolare che per le tipologie di piante. Solo un altro giardino a Padova ha questa forma ed è l’Orto Botanico.
Oggi l’andamento circolare è ancora conservato e sottolineato da una doppia “carpinata” con piante secolari. Tra le splendide piante che ornano il giardino, è possibile ammirare una serie di grandi magnolie japoniche, un cedro deodara o dell’Himalaia, noci americani, ippocastani e tassi. La visita alla Villa e al giardino, arricchita da un intermezzo musicale dal vivo, consente di conoscere e scoprire le caratteristiche di questo tipico insediamento del patriziato veneziano nel XVII secolo. Ma la singolarità di questa esperienza è data anche dalla visita alla fattoria, perché questo consente di cogliere le ragioni produttive di una Villa, caratteristica questa tipica delle ville venete ma che in molti casi è andata perduta. Sarà infatti possibile avere anche un’esperienza diretta della vita della fattoria con le sue coltivazioni, i laboratori e gli allevamenti di cavalli e pecore. Visite sabato dalle 10 alle 12.30 e dalle 14.30 alle alle 18 (ultimo turno), Domenica dalle 10 alle 18 (ultimo turno).
La Fabbrica Ruffatti
La fabbrica di organi “Fratelli Ruffatti” si trova in via Facciolati. La Fabbrica Ruffatti, che ha costruito organi venduti in tutto il mondo, nasce a Padova, città di tradizione musicale. Nel 1940 i tre fratelli Alessio, Antonio e Giuseppe Ruffatti danno vita alla “Famiglia Artigiana Fratelli Ruffatti”, riscuotendo da subito un enorme successo e realizzando in pochi anni centinaia di strumenti.
La Fratelli Ruffatti è stata fra le prime case organarie in Italia ad intraprendere, nei primi anni ’60 del secolo scorso, la costruzione di organi con il sistema meccanico. Non ha però mai smesso di costruire e perfezionare anche gli strumenti a trasmissione elettrica. La tradizione continua oggi con la seconda generazione, Francesco e Piero, figli di Antonio, soci dal 1968. Tra le opere più rilevanti vanno menzionate la costruzione dell’organo a 5 manuali per il santuario Maria SS.ma del Tindari e il restauro nel 1973 dell’organo della basilica santuario del Carmine Maggiore a Napoli, oltre che l’organo della Chiesa Madre Maria SS.ma Immacolata di Belpasso (Ct) costruito fra il 1969 e il 1970.
La Fabbrica Ruffatti è sede di un’attività totalmente artigianale, infatti tutte le componenti degli organi da essi prodotti sono realizzati in loco. La loro storia inizia a Padova, l’antica città veneta che ha ospitato costruttori d’organi fin dal medioevo.
La fabbrica, tuttora attiva, viene eccezionalmente aperta durante le Giornate FAI di Primavera. I visitatori potranno vedere l’intero percorso produttivo, totalmente artigianale e gestito in toto nello stabilimento di Padova. La visita è un’occasione unica per visitare un’eccellenza e una storia famigliare unica. Visite sabato e domenica dalle 10 alle 12.30 e dalle 14 alle 18