Parte da Padova la carovana della pace per l’Ucraina
“L’inizio della primavera segna per l’Ucraina un periodo di angoscia, poiché il disgelo porta a una recrudescenza del conflitto e i segnali che arrivano dal fronte non sono certamente di volontà di dialogo”: così Giampiero Cofano della Comunità Papa Giovanni XXIII, coordinatore della Carovana per la Pace, riassume le testimonianze raccolte al fronte.
Questa mattina a Padova c’è anche un potente generatore da 50KW, diretto ad un ospedale pediatrico di Odessa, fra i 30 mezzi dalla rete #StopTheWarNow in partenza alla volta dell’Ucraina. 150 volontari (le adesioni sono state limitate per ragioni di sicurezza) si mettono in viaggio per portare un totale di 20 tonnellate di aiuti umanitari, insieme ad un messaggio di nonviolenza e di pace nelle zone assediate de Paese, ad un passo dal fronte di guerra. Raggiungeranno la missione permanente dei volontari a Mykolaiv.
20 generatori in tutto verranno consegnati grazie ai contributi della Diocesi di Bologna e della Cgil; serviranno ad alimentare dissalatori per l’acqua, rifugi anti-aerei e alcuni centri per la distribuzione di aiuti umanitari della Caritas. Ma ognuna delle 180 sigle che hanno aderito all’iniziativa ha contribuito con il suo apporto.
“Come rete proponiamo un esempio di presenza civile nonviolenta; non porteremo armi, ma aiuti concreti e un segno di fratellanza. – ha sottolineato Giampiero Cofano – Nella società civile è viva infatti la voglia di abitare il conflitto, andando a condividere la vita con le persone coinvolte in una guerra che non hanno scelto. Chiediamo il dialogo, la riapertura dei negoziati di pace. E portiamo un segno cristiano di vicinanza: nella Domenica delle Palme celebreremo insieme la Santa Messa”.
I partecipanti
Hanno salutato la partenza della Carovana Francesca Benciolini, Assessora alla Pace del Comune di Padova, e Marco Mascia, direttore del Centro per i Diritti Umani dell’Università di Padova. Presenti anche la Consigliera Regionale Elena Ostanel e la Consigliera comunale di Padova Marta Nalin, oltre a Don Albino Bizzotto che 30 anni fa con i suoi Beati Costruttori di Pace realizzo una marcia non violenta a Sarajevo assediata. Tra i partecipanti alla Carovana anche lo scrittore triestino Erri De Luca.
“Padova è da sempre crocevia della Pace e delle persone che scelgono di stare assieme perché è un po’ nella sua vocazione e nel suo dna, sempre nel nome dei diritti umani della Pace e della non violenza. – ha commentato Francesca Benciolini – Credo che questo messaggio sia importante, siamo contenti che questa Carovana si trovi qua e da Padova parta. Padova c’è da tanti mesi, da quando è scoppiata la guerra ma anche da tanti anni prima quando su questi temi è sempre stata molto impegnata. Abbiamo un Centro dei Diritti Umani, un Comune che è impegnato con un assessorato dedicato alla Pace e 80 associazioni del territorio che ogni giorno lavorano su questi temi. Perché la Pace va costruita pezzetto per pezzetto, la non violenza va coltivata, e porsi delle domande senza appiattirsi sui luoghi comuni è un dovere che abbiamo tutti.”
Centro per i Diritti Umani dell’Università di Padova
“Voler portare la pace dove c’è guerra, con una Carovana come questa è sicuramente realistico. – ha spiegato Marco Mascia – Intanto sono qui anche per portare l’adesione e l’affetto dell’Università di Padova a questa iniziativa che sta partendo per l’Ucraina e che ha come obiettivo oltre gli aiuti umanitari anche quello di fare pace, l’obiettivo è di mettere al centro il diritto alla vita, e questo significa che gli stati devono disarmare, devono dialogare devono rafforzare il multilateralismo, devono far funzionale l’ONU. Quindi dietro questa Carovana, c’è una grandissima volontà di pace e un forte spirito non violento, naturalmente”.
Erri de Luca
“Noi siamo dei disarmati volontari che portano assieme alla fraternità qualche genere di sussistenza, medicine, cibo, pannolini per i bambini più piccoli dell’orfanotrofio. – ha detto lo scrittore Erri De Luca – Dimostriamo un po’ di fraternità, il nostro popolo, il popolo italiano è vicino a un popolo europeo aggredito, non possiamo fare più di questo, dimostriamo questa nostra vicinanza. Noi siamo semplicemente una delegazione di tutti quelli che ci hanno aiutato a riempire questi furgoni, tutti quelli che con le loro offerte ci hanno fatto fare questi viaggi, io ne ho già fatti dieci, noi siamo una delegazione di un popolo d’Europa che sta a fianco di quest’altro popolo, non possiamo decidere le sorti della guerra, possiamo dichiarare le sorti della pace.”