martedì, 23 Aprile 2024
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“Road to Equality”: l’iniziativa di Alessandra Cappellotto che ha salvato un gruppo di cicliste afgane

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Presentato stamani in conferenza stampa a palazzo Balbi il lavoro svolto dall’associazione “Road to Equality” dell’ex ciclista Alessandra Cappellotto e di come hanno hanno salvato un gruppo di cicliste afgane

“Road to Equality”, l’associazione fondata dalla campionessa di ciclismo Alessandra Cappellotto, ha salvato un gruppo di cicliste afgane dalla persecuzione del loro paese e le ha portate in Italia, dove si stanno integrando grazie all’accoglienza della comunità veneta. Questa iniziativa di speranza e determinazione è stata presentata dal Presidente della Regione Luca Zaia in occasione dell’8 marzo. Attraverso lo sport, in particolare il ciclismo, l’associazione promuove l’emancipazione femminile nei paesi in via di sviluppo e in quelli in cui le donne non godono di diritti basilari.

Road to Equality: promuovere l’emancipazione femminile attraverso lo sport

Cappellotto ha raccontato come, esattamente due anni fa, abbia organizzato una gara di ciclismo a Kabul portando 56 ragazze a pedalare per le strade afgane, l’ultima possibilità di praticare sport che hanno avuto perché pochi giorni dopo si sono reinsediati i talebani e hanno ripristinato la proibizione del ciclismo femminile. In settembre 2021, Cappellotto ha deciso di portare un gruppo di atlete afgane e alcuni loro familiari, in tutto 14 persone, in un paesino della provincia di Vicenza, dove sono state accolte come migranti nella scuola e nelle comunità dopo mesi di battaglie diplomatiche e burocratiche.

Dalle strade di Kabul alla provincia di Vicenza: la nuova vita delle atlete afgane

Grazie all’accoglienza dei veneti e allo status di rifugiate, le ragazze si stanno inserendo nella comunità locale, lavorando, studiando e vivendo una vita serena. L’obiettivo dell’associazione “Road to Equality” è di aiutare ragazze come loro in tutto il mondo. Questa storia di speranza e determinazione è stata omaggiata dal Presidente Zaia in occasione dell’8 marzo, un modo per celebrare la giornata internazionale della donna con un esempio di come lo sport possa essere utilizzato per promuovere l’emancipazione femminile e la solidarietà tra le nazioni.