venerdì, 29 Marzo 2024
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Rovigo, Geodis vicina alla chiusura: 130 lavoratori a rischio, al via lo sciopero

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Lo sciopero è iniziato ieri. Per 130 lavoratori la prospettiva è di rimanere a piedi già da questa estate.

Tanta preoccupazione e rabbia per le lavoratrici e i lavoratori della Geodis, azienda specializzata nella logistica che ha come mono committente Amazon, da lunedì in sciopero contro il rischio di chiusura del sito che si potrebbe verificare a partire da luglio. Nella sede Geodis, posta nella macro area industriale-artigianale-commerciale tra Arquà Polesine e Villamarzana, sono in serio pericolo 130 posti di lavoro. L’astensione dal lavoro proseguirà anche nei prossimi giorni. Nella mattinata di oggi, davanti alla sede di via Maestri Del Lavoro, 990 ad Arquà, si è svolto un sit-in con lavoratrici, lavoratori e i rappresentanti sindacali di categoria, che denunciano: “Quanto sta succedendo alla Geodis potrebbe essere solo un anticipo delle conseguenze che stanno producendo le scelte aziendali di Amazon”.

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Lo sciopero è cominciato ieri, lunedì 13 marzo, ossia dopo che le lavoratrici e i lavoratori hanno avuto notizia che la chiusura della Geodis. La gran parte di questi 130 lavoratori sono donne.  Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ooss Confederali si sono detti vicini ai lavoratori davanti all’azienda.Tutti pensavano che la logistica fosse il futuro, il commercio online in continua espansione, e checon la Zls ci sarà un fiorire di imprese. Eppure per 130 lavoratori del grande centro di smistamento, situato lungo la Transpolesana, la prospettiva è di rimanere a piedi, già da questa estate.

Il segretario generale di Cgil Rovigo, Pieralberto Colombo, “Le lavoratrici e i lavoratori della Geodis, sono in sciopero, contro il rischio di chiusura del sito. Il polo Geodis lavora con la monocommittenza di Amazon. Un contratto, stipulato sette anni fa.Da quando Amazon ha aperto il proprio maxi centro operativo tra San Bellino e Castelguglielmo, le commesse affidate a Geodis sono diminuite. Sono state numerose nei periodi di massimo impegno, come durante il lockdown e le festività natalizie, ma si sono poi dimezzate nei momenti di minore necessità. Dinamiche che esistevano anche in passato, tanto che Geodis aveva esternalizzato la forza lavoro, subappaltando la gestione del magazzino a una cooperativa con personale interinale. Questo fino al 2020, quando le battaglie sindacali hanno fatto sì che nascesse una società incaricata, del movimento merci per conto di Geodis, la Face Work Srl”.

Il rischio e che l’enorme capannone da 45mila metri quadrati, possa restare vuoto, come una cattedrale nel deserto, a un passo dallo svincolo dell’autostrada A13, che nell’estate del 2021 è stato ceduto da DekaImmobilien Investment GmbH, per conto del fondo immobiliare aperto tedesco DekaImmobilien Europa, a Eurozone Logistics Fund, gestito da Bnp Paribas Reim. Geodis Italia ha un fatturato da 273 milioni e 4.000 dipendenti. Tra i 130 lavoratori del polo polesano c’è anche più di una coppia, con marito e moglie o compagno e compagna entrambi dipendenti e con figli, anche piccoli.

Ruggero Principe