giovedì, 28 Marzo 2024
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Venezia: all’incontro della Scuola Grande di San Marco anche il Premio Nobel per la Pace 2022, Irina Ščerbakova

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Insieme al Patriarca di Venezia Francesco Moraglia e ad un vasto panel di relatori partecipa al convegno internazionaleFamiglia, caritas, cultura, spiritualità, pace: per un’umanità da riscoprire

Anche il Premio Nobel per la Pace 2022, la studiosa e scrittrice russa Irina Ščerbakova, sarà presente domani negli spazi culturali dell’Ospedale Civile di Venezia, per partecipare al convegno internazionale “Famiglia, caritas, cultura, spiritualità, pace: per un’umanità da riscoprire“. L’evento, organizzato dalla Scuola Grande di San Marco, intende partire dal ruolo centrale di Venezia nel dialogo tra Occidente e Oriente, e approfondire lo stato e il possibile futuro di questo dialogo tra culture e pensieri.

Irina Ščerbakova, nata a Mosca, è uno dei membri fondatori di Memorial, associazione indipendente nata in Russia alla fine degli anni ’80 con la finalità di approfondire lo studio sulla Russia del XX secolo e dell’epoca contemporanea. Ha pubblicato numerosi libri sullo stalinismo e sulla cultura della memoria e, allo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina, nel marzo 2022, ha abbandonato la Russia e risiede in Germania. Al convegno affronterà il temaLa famiglia, isola di umanità durante le repressioni sovietiche“.

Al Patriarca di Venezia è affidato il saluto di apertura: monsignor Francesco Moraglia guiderà la riflessione sul tema “Occidente e Orienti: dialogo che arricchisce”; e nel titolo proposto dal Patriarca è già evidente da una parte la necessità di intessere nuove relazioni, dall’altra la complessità del quadro geopolitico e culturale in cui il dialogo tanto auspicato si deve calare.  

“La nostra città, e anche il nostro Ospedale – sottolinea Edgardo Contato, Direttore Generale dell’Ulss 3 Serenissima – sono sorte sul dialogo tra mondi e culture. Nella sua sezione di approfondimento storico e artistico, siamo lieti di accogliere testimonianze di altissimo livello, come quelli del Patriarca Moraglia e di una studiosa insignita di un riconoscimento quale il Nobel per la Pace. Non possiamo ignorare i tragici problemi che assillano l’Europa e il mondo, ma possiamo contribuire a ripartire dal riconoscimento di uomini, luoghi, avvenimenti che hanno sempre rappresentato un’esperienza di incontro possibile. Per questo abbiamo coinvolto in questo percorso personalità ecclesiali di primo piano e studiosi di spicco a livello internazionale, facendo interagire suggestioni e angolature diverse in un progetto multiforme, impegnativo, che comprende snodi geografici, temporali e tematici molto diversi pur tuttavia nell’ambito unitario dell’incontro fra due culture – Occidente e Oriente -, entrambe europee. Un grazie quindi al Patriarca Moraglia, al Premio Nobel per la Pace 2022 e a tutti gli studiosi ed esperti, esponenti religiosi, docenti, testimoni per riscoprire il filo interrotto della capacità dialogante di Venezia con Occidente ed Oriente, che scelgono il nostro Ospedale e la Scuola Grande di San Marco per portare la loro testimonianza”.

“E’ davvero urgente – dichiara Giovanna Parravicini, esponente della Fondazione italiana Russia Cristiana, copromotore dell’evento – considerare come prioritario il tema dell’incontro, anche artistico; il programma del convegno può suonare ardito, ma è irrinunciabile, tessuto dal filo rosso delle relazioni fra Est e Ovest, tra i due ‘polmoni’ dell’Europa”. 

Uno spunto prezioso in questo senso è offerto dall’impareggiabile tradizione di Venezia, porta del Levante, da sempre in dialogo con il mondo copto, greco, armeno, slavo, asiatico; un secondo spunto nasce dalla mostra di icone contemporanee “Amore fa queste cose”, dedicate al tema della Sacra Famiglia, in visione fino al 25 marzo, ricorrenza dell’Annunciazione e Dies natalis di Venezia, nella splendida sede della Scuola Grande di San Marco, che porta a rivolgere un’attenzione particolare sia al tema iconico-familiare a Venezia e negli Orienti, sia al tema della famiglia visitato nella tradizione popolare ucraina, all’interno dei totalitarismi del XX secolo, nelle sue espressioni artistiche antiche e contemporanee e nella sua valenza culturale odierna.