giovedì, 28 Marzo 2024
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Padova, carne sintetica. L’assessore Bressa si schiera a favore

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L’assessore al commercio Antonio Bressa prende posizione in merito alla carne sintetica. Riportiamo il commento

«Mi hanno chiesto di schierarmi contro la cosiddetta carne sintetica (giovedì ne discute la commissione consiliare). Ma in realtà la “carne sintetica”, nell’accezione di qualcosa di finto, non esiste, e credo sia necessario dirlo con chiarezza per aprire un dibattito senza preconcetti.  –  scrive in una nota l’assessore Bressa – Esiste piuttosto una tipologia di carne che viene coltivata a partire dalle cellule staminali sviluppando tessuti che sono analoghi a quelli della carne tradizionale. E se un giorno l’ingegno umano sarà in grado di mettere sul piatto una bistecca con lo stesso gusto, gli stessi principi nutritivi e lo stesso prezzo, ma creata abbattendo il consumo di acqua, l’inquinamento e senza produrre alcuna sofferenza agli animali, io penso che le persone debbano essere libere, come accadrà in tutto il mondo, di poterla scegliere. A maggior ragione considerando che ogni prodotto alimentare per essere commercializzato dovrà prima superare tutte le verifiche delle autorità regolatorie a tutela della salute umana».

La posizione di Bressa

«Comprendo la battaglia di Coldiretti e degli allevatori i quali hanno delle preoccupazioni legittime, di cui la politica deve farsi carico, ma un prodotto in più in circolazione non metterebbe per forza in crisi gli altri, bensì aumenterebbe la possibilità di scelta del consumatore – prosegue Bressa – .E se mai ci sarà un cambiamento strutturale nella produzione di carne credo riguarderà principalmente il sistema industriale degli allevamenti intensivi piuttosto che l’offerta di maggiore qualità dei piccoli allevatori. Un’industria a cui potrà succedere ciò che continuamente accade quando un’innovazione si affianca al modello di riferimento innescando una possibile transizione. Si chiama progresso! E dobbiamo essere in grado di gestirlo con tutte le tutele del caso per lavoratori e imprenditori. Ma senza chiudere le porte alla ricerca e al futuro».

Il governo italiano

Il governo italiano ha esultato dicendo che con lo stop a questa innovazione siamo i “primi al mondo”, ma piuttosto la sensazione è di essere gli “unici al mondo”. Perché mentre nel resto del pianeta, pur con tutte le complessità da risolvere e le tutele da garantire, si cerca un modello più sostenibile di sviluppo noi restiamo fermi, nel tentativo conservatore di fermare la sperimentazione, con un’attitudine che non ha mai dato grandi frutti nella storia.
Lo schema è sempre lo stesso ed è quello che ci vede diffidenti con l’elettrico in favore dei combustibili fossili, con lo spettro da agitare dell’intelligenza artificiale e dove si immagina addirittura di multare chi usa parole inglesi.

Saremo i campioni della conservazione delle tradizioni, ma continuando così l’innovazione per un futuro più sostenibile andrà distante da qui, e chissà con quali ripercussioni. Vale la pena di ricordare Gustav Malher per cui “la tradizione è custodire il fuoco, non adorare la cenere”. L’Italia, Paese di inventori, viaggiatori e ricercatori ritrovi l’anima di guidare il futuro piuttosto che anelare l’illusione di fermare il tempo. Se vogliamo che il nostro sviluppo sia realmente sostenibile non possiamo permettercelo.