giovedì, 28 Marzo 2024
HomePadovanoPadovaPadova, Maschi e Maschere. Fotografie di Francesca Magnani

Padova, Maschi e Maschere. Fotografie di Francesca Magnani

Tempo di lettura: 2 minuti circa

Fino al 7 maggio presso le vetrine della Galleria Samonà in via Roma 57, sarà visibile la mostra “Maschi e Maschere. Ritratti a New York” di Francesca Magnani.

La mostra, a cura dell’Assessorato alla Cultura, presenta 21 ritratti della fotografa padovana. Soggetti delle immagini sono i “maschi”: amici, ma anche passanti, o personaggi, celebri e meno, immortalati a trecentosessanta gradi: di spalle, frontalmente, di lato, a viso nudo o in occhiali da sole.

L’accostamento delle due parole, maschi e maschere, invita a riflettere” –  Maurizio Fiorino scrive nel testo introduttivo –  “questi maschi sono amici, ma anche passanti, o personaggi, celebri e meno, immortalati a trecentosessanta gradi: di spalle, frontalmente, di lato, a viso nudo o in occhiali da sole. E, ancora, mentre sorridono, mentre pontificano, mentre fotografano, mentre osservano l’obiettivo con aria di sfida o, al contrario, guardano altrove, assorbiti nei loro pensieri. Sullo sfondo la metropoli. Sono strade, queste nelle foto, di una città mitizzata all’inverosimile nell’immaginario di tutti noi e a tal proposito è curioso sottolineare che Magnani continua a fotografare, perciò a vedere, le cose in una prospettiva orizzontale, al contrario di quel che verrebbe da pensare di New York, una della città più verticali del mondo occidentale”.

La fotografa

Da oltre 25 anni Magnani cammina per la città e impara progressivamente a vedere come le persone indossano sentimenti ed espressioni, e al contempo esplora e decifra i suoi pensieri e le sue emozioni. Durante la pandemia Magnani è uscita ogni giorno nei parchi, in metropolitana, al mercato, durante le manifestazioni Black Lives Matter, al ristorante, sui ponti. Venendo da una formazione umanistica e una curiosità antropologica, le questioni di auto rappresentazione e d’identità hanno sempre informato la sua ricerca, come pure il modo in cui la gente affronta le sfide quotidiane.

Quando è possibile la fotografa scambia due parole con le persone che fotografa: “Siccome spesso i ritratti non sono programmati, ogni foto mi ricorda un itinerario che ho percorso e va a segnare un istante nella mia storia in cui una scintilla di connessione mi ha fatto sentire riconosciuta e umana. Per questa mostra ho fatto quello che faccio ogni giorno: camminare per strada, però a volte l’ho fatto in compagnia. C’è stato un accordo, un patto, prima di scattare le foto. È un’altra dimensione della street photography”.

Museo Smithsonian

Alcune di queste immagini sono state acquisite dal Museo Smithsonian di Washington come parte dell’archivio storico permanente, e fanno parte del primo set di documenti digitali sulla pandemia. La curatrice Shannon Thomas Perich della Photographic History Collection, nell’acquisire le immagini ha affermato: “Il tuo occhio per persone interessanti e colori a New York è meraviglioso. Hai capito e saputo vedere come gli individui hanno risposto e hanno reso l’uso della maschera qualcosa da incorporare nella loro personalità ed espressione individuale. Il tuo lavoro, che ci ricorda come la gente si è adattata a questo nuovo modo di muoversi nel mondo, è storicamente importante”.

Due foto a tema COVID-19 fanno parte di New York Responds: The First Six Months al Museo della città di New York, e una di queste foto ha fatto parte della grande mostra collettiva #ICPconcerned.